Maria Cristina Piovesana, Presidente e Amministratore Delegato di Alf Group, racconta l'azienda dalle sue radici artigianali ai progetti futuri, passando per il successo nei mercati esteri.

Come e quando è nata Alf, quali sono state le tappe fondamentali fino ad oggi e qual è il rapporto dell’azienda con le tradizioni (anche artigianali) del territorio?
Alf è nata nel 1951, come cooperativa di artigiani falegnami formati nella scuola professionale di falegnameria, nata intorno agli anni Venti a Francenigo. Lo scopo della scuola era avviare all’artigianato una generazione che altrimenti avrebbe potuto lavorare solo nel settore agricolo. Così un gruppo di giovani falegnami si associò con l’obiettivo di costruire arredi in un territorio che cominciava a sentire la spinta dello sviluppo del secondo dopoguerra. Nel 1957 i due fratelli Piovesana, mio padre e mio zio, rilevarono la cooperativa e decisero di dare inizio a un’avventura imprenditoriale. Le esigenze di produttività portarono subito i due imprenditori a rivolgersi al mondo industriale, in cui era necessario coniugare serialità, quantità e matrice artigianale. Rivolgersi al mondo industriale significava per i fratelli Piovesana aprirsi alla possibilità di nuovi mercati. L’azienda iniziò a crescere rapidamente e gli investimenti mirati la portarono in breve tempo a un’organizzazione in grado di soddisfare anche le esigenze dei mercati esteri. Fin dall’inizio Oliviero Piovesana portò avanti l’idea che la sua azienda dovesse specializzarsi, per poter soddisfare richieste e assecondare stili di vita differenti. L’idea era quella di un’industria internazionale, capace da un lato di mantenere il suo know-how, dall’altro di declinare il proprio prodotto in base a esigenze diverse. È stata questa peculiarità a trasformare Alf in un’industria leader nel mercato internazionale. Un’altra tappa fondamentale è stata l’acquisizione dell'azienda Da Frè alla fine degli anni Ottanta. Acquisire un’azienda attenta al rapporto con l’artigianato e alla tradizione ebanista, ha confermato definitivamente la nostra matrice: essere un’industria performante, flessibile e innovatrice, che al contempo si mantiene nell’ottica del taylor made.

Alf Group ha all’attivo altissime percentuali di fatturato dovute all’export, essendo da tempo fortemente presente sui mercati internazionali con le proprie collezioni di mobili. Quali e quanti sono attualmente i paesi in cui distribuisce, dove ha più successo e come è iniziata quest’avventura che altre aziende italiane hanno intrapreso solo di recente?
Oggi Alf distribuisce le sue collezioni in 80 paesi nel mondo. I mercati esteri con cui lavoriamo di più sono Stati Uniti, l’Europa e il Medio Oriente. Questa avventura è iniziata intorno agli anni Settanta per volontà di mio padre. Già allora pensava che fosse opportuno volgere l’attenzione a mercati diversi, pur consapevole delle difficoltà. Eppure è stato capace di dialogare con varie culture, creando collezioni flessibili, in grado di parlare di Made in Italy e di tradizioni e di soddisfare contemporaneamente stili di vita e funzionalità per diverse tipologie di mercato.

In termini di arredamento, cosa significa essere ambasciatori del Made in Italy nel mondo, e cosa significa per Lei il Made in Italy oggi?
Essere ambasciatori del Made in Italy nel mondo significa esportare soprattutto un know-how, nato dall’incontro tra la cultura artigianale e una struttura organizzata e performante. Questo saper fare, intrinseco al DNA italiano, è ciò per cui i nostri prodotti sono richiesti all’estero.

La vostra produzione è 100% italiana, fatto che testimonia quanto la delocalizzazione delle fabbriche non sia una tappa obbligata. Che ruolo gioca l’innovazione nei processi industriali e come gestite l’hand made?
Abbiamo sempre guardato all’estero, ma mai in termini di delocalizzazione, che da noi è percepita come una perdita di identità. Il nostro processo industriale infatti si avvale di un apporto artigianale fondamentale, garantito da una filiera costruita nel tempo e che oggi si conta su oltre 70 fornitori specializzati. Alf gestisce il processo industriale innovando e investendo per essere sempre all’avanguardia e in grado di soddisfare le esigenze di prodotto più svariate. I nostri fornitori gestiscono, in modo puntuale e specifico, la componente artigianale da cui non possiamo prescindere. Ecco perché per noi la delocalizzazione è impossibile. Siamo competitivi perché i nostri investimenti puntano su questo. Con il Lotto1, il nostro ultimo impianto, riusciamo a produrre intere collezioni su misura a costi contenuti. Le esigenze di una progettazione creativa diventano per noi realtà produttiva.

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Courtesy photo
Impianto produttivo "Lotto Uno" - Cordignano

Che ruolo riveste l’ampliamento del vostro sito produttivo nel percorso di evoluzione dell’azienda?
La nostra azienda si sta velocemente trasformando per adeguarsi a quella modalità di industria 4.0. Nel nostro settore significa superare l’idea dell’arredamento standard verso una progettazione che offra all’utente finale la personalizzazione del prodotto a costi industriali contenuti. Oggi nei nostri impianti industriali siamo in grado di gestire un arredamento a misura caratterizzato da ampie possibilità di personalizzazione, senza aggiunta di costi. I nostri impianti gestiscono tutta la filiera – dalla materia prima al prodotto finito e personalizzato – superando l’idea del mobile standard fornito fino ad ora dall’industria. L’ampliamento del sito produttivo per noi ha grande valore: oltre ad aumentare la capacità produttiva attuale, permette alla nostra azienda di perseguire più facilmente gli obiettivi di realtà industriale 4.0.

I vostri processi produttivi vi permettono di coniugare l’esigenza di fornire prodotti “su misura” per i vostri clienti con quella di mantenere costi competitivi. Come ci siete riusciti?
Nel raggiungimento di questo obiettivo hanno naturalmente grande importanza l’investimento e l’adeguamento degli impianti tecnologici. Ma non solo. Realizzare prodotti su misura a costi competitivi presuppone il coinvolgimento attivo e coordinato di tutta la filiera produttiva. Per questo formiamo risorse umane molto specializzate che seguono costantemente programmi di formazione gestiti in maniera puntuale all’interno dell’azienda.

Alf Group, grazie alla ricchezza del proprio catalogo, può fornire servizi anche nel contract e nell’hotellerie. Sono settori che vi interessano e in cui siete già attivi?
Sì, siamo già attivi nel contract e nell’hotellerie. È un settore che stiamo sviluppando con grande interesse e che è sempre stato negli obiettivi di Alf. È un percorso per noi naturale, vista la grande flessibilità dei nostri sistemi e prodotti.

Cosa significa per voi, oggi, guardare al futuro? A quale modello vi ispirate?
Per noi guardare al futuro significa proseguire nella strada intrapresa fino a oggi con successo al fine di gestire processi produttivi sempre più complessi ed efficienti. Il nostro obiettivo è quello mettere la nostra esperienza produttiva e la nostra creatività al servizio delle esigenze sempre più specifiche della contemporaneità. Affronteremo le sfide del futuro continuando a immaginare le case per chi le abita, offrendo sempre maggiori possibilità di personalizzazione senza costi in più.

• In apertura: Al centro Cristina Piovesana - presidente e amministratore delegato di Alf Group S.p.a., a sinistra il fratello Piero che si occupa della produzione e a destra il marito Flavio DaFrè che segue la progettazione dei prodotti.

www.alfdafre.it