[Case]
Quando gli opposti si attraggono
In Bielorussia una casa di campagna moderna e accogliente
L’area living della villa Le Plan Libre firmata dallo studio Waterfront, si apre grazie a una generosa vetrata, sul giardino minerale all’esterno. Lo spazio è abitato da alcuni best seller come la poltrona Up di Gaetano Pesce, per B&B
Le Plan Libre è il nome che il progettista Nic Lee, partner fondatore dello studio Waterform con sede a Taiwan e Shangai, assegna a questa villa, denunciando il suo debito culturale nei confronti del maestro svizzero Le Corbusier
La zona pranzo conclude la passeggiata all’interno della casa. Progetto Waterfront Design, Taipei
Linee orizzontali caratterizzate da diversi materiali, disegnano lo spazio continuo della casa. In secondo piano la grande vasca idromassaggio del bagno padronale, si mostra in continuità con gli altri ambienti della villa
Il volume in acciaio cromato riflettente che funge da pensilina di ingresso e spinge letteralmente la casa nel vuoto del giardino, è uno degli elementi distintivi della villa di Taipei
La zona cucina, caratterizzata da un piano orizzontale multifunzionale. Struttura e blocchi tecnici sono nascosti dai piani opachi rivestiti in ceramica e marmo
lo sbarco della scala che arriva dal box auto definisce alcuni ambiti della casa occupati da oggetti di design
la camera da letto padronale, al piano terra è disegnata in continuità con lo spazio della casa. Pieni e vuoti si compenetrano, anche quando si tratta di ambienti privati
il secondo livello della villa di Taipei, dominato dal grande vuoto rettangolare che si affaccia sulla zona living sottostante. Il vuoto è attraversato da una trave che ne denuncia la natura statica
Il secondo livello della villa di Taipei, dominato dal grande vuoto rettangolare che si affaccia sulla zona living sottostante. Il vuoto è attraversato da una trave che ne denuncia la natura statica
Il progetto di una casa moderna a Taipei firmato dallo studio Waterform sembra voler rispondere a una singolare domanda: Cosa succede quando le parole dei maestri perdono la loro sacralità e diventano slogan pop? Negli oltre 700 metri quadrati di superficie questa lussuosa architettura esprime attraverso un linguaggio che, in un parallelo con il mondo della musica, si potrebbe definire rap, alcuni dei principi guida che hanno segnato la storia della disciplina architettonica negli ultimi cento anni. Le parole d’ordine di icone del moderno, come Mies Van der Rohe, o Le Corbusier, sono state spensieratamente tagliate e remixate per dare vita ad un organismo ricchissimo di idee, difficile da comprendere a un primo sguardo e, soprattutto, sfacciatamente esibizionista.
Già dalla scelta del nome, Le plan libre, il progettista Nic Lee, partner fondatore dello studio con sede a Taiwan e Shangai, denuncia il suo debito nei confronti del maestro svizzero Le Corbusier, che negli anni ’20 del secolo scorso professava la liberazione dello spazio architettonico dai rigidi vincoli della struttura. E’ così che nella casa moderna interni si articolano su tre livelli senza una regola apparente, sommando, in una sequenza progressiva che dall’ingresso conduce alla cucina, bagni idromassaggio con vetrate a vista, la camera da letto padronale, un soggiorno adiacente ad un’area fitness, la sala da pranzo e una spa. Tutto legato attraverso pannelli trasparenti o compatti blocchi tecnici rivestiti in materiali preziosi.
Architettura pelle e ossa, altra citazione, stavolta “rubata” a Mies, che si proietta all’esterno attraverso due generose vetrate alle quali si somma un volume in acciaio cromato riflettente che funge da pensilina di ingresso e spinge letteralmente la casa nel vuoto del giardino. Alcune travi sono volutamente lasciate a vista per denunciare la natura strutturale dell’edificio, mentre tutte le superfici opache vengono rivestite da una seconda pelle fatta di ceramiche intarsiate, pietre calcaree, marmi bianchi di Carrara e legni, tutti ricomposti in formati e tagli di differente scala e disegno.
Non manca il mitico tetto giardino, cardine di ogni casa moderna che si rispetti, che nel progetto di Waterform si traduce in un tappeto in erba sintetica rotondo sul quale appoggia lo scarico di una fontana a forma di cartone del latte: un modo decisamente autoironico per dichiarare il proprio amore per i maestri del passato!
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