I gonfiabili sono la mania dell’estate 2018, non solo al mare: tra i primi ad averli portati in città, negli spazi dell’arte e nei luoghi pubblici, è stato Cyril Lancelin, architetto francese che con il suo studio Town and Concrete usa gli strumenti parametrici per costruire un vocabolario di forme classiche e spazi volumetrici essenziali da cui nascono strutture uniche.

Spesso, ma non sempre, gonfiabili, le sue forme creano arte esperienziale nello spazio architettonico: "Ho iniziato ha produrre rendering di progetti fittizi, e a postarli su Instagram. In questo modo non c'erano limiti, né pressioni" ha raccontato in una recenteintervista. "Poi un giorno un'immagine è diventata una delle 'daily pick' di Instagram. Ho ottenuto migliaia di follower e dozzine di email da persone che volevano sviluppare i miei progetti. Era come riempire se avessi riempito una bottiglia per tantissimo tempo e qualcuno improvvisamente l'avesse aperta. Entro la notte, le mie immagini erano in tutto il mondo".

L'installazione Flamingo Torus di Cyril Lancelin a New Yorkpinterest
Christopher Wangro

L’ultima installazione di Cyrili Lancelin usa il pink flamingo, il fenicottero rosa, soggetto ready-made che domina l'immaginario della cultura pop degli ultimi anni, per creare un'architettura temporanea per il pinknic festival di Governors Island, piccola isola nel porto di New York.

L’artista francese, le cui strutture gonfiabili hanno viaggiato in tutto il mondo, ha lavorato con una delle forme più basilari, il torus tridimensionale, a forma di ciambella gonfiabile, per creare un padiglione per la contemplazione e l'esplorazione.

Durante il festival newyorkese Flamingo Torus ha invitato i visitatori ad attraversarlo, entrare in relazione con le sue forme e i suoi spazi, e guardare attraverso le sue "finestre", e ovviamente a scattare una foto da postare su Instagram.

L'installazione Flamingo Torus di Cyril Lancelin a New Yorkpinterest
Tiffany Wong

www.townandconcrete.com

Headshot of Carlotta Marelli
Carlotta Marelli

Managing Editor di elledecor.it, ho trasformato la mia laurea in architettura al Politecnico di Milano in una lente per guardare (e raccontare) il mondo. Con una particolare attenzione per chi progetta gli spazi e gli oggetti che diamo per scontati: dalle porzioni di città meno note alle scenografie di un film, fino ai pezzi di design che fanno da sfondo ai post che scorrono nei nostri feed Instagram.  Su Instagram posto ricordi come @carlotta_marelli e spazi esageratamente decorati come @bye_minimalism.