Una torre bianca, una geometria perfetta, pulita e quasi violenta: appare così, vista dal cortile della Fondazione Prada, la nuova Torre.

60 metri d’altezza di cemento bianco strutturale a vista con cui Rem Koolhaas, Chris van Dujin e Federico Pompignoli dello studio OMA completano il progetto della Fondazione Prada di Milano, inaugurata nel 2015 all’interno di una distilleria dei primi del Novecento nella zona sud di Milano.

Chi conosce l’architettura di Rem Koolhaas sa che il suo segno pulito e tagliente nasconde dietro un’apparente semplicità una grande complessità di storie, e basta girare intorno alla Torre di Fondazione Prada per scoprire che non esiste prospetto uguale all’altro, che le dimensioni di dilatano e si deformano, così come le superfici bianche e quelle vetrate.

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Jacopo Milanesi
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Bas Princen

Un gioco di variazioni in pianta, altezza e orientamento che si percepisce dall’esterno e si vive negli spazi interni della Torre, che merita almeno due visite: la prima per capire gli ambienti e sentirsi dentro l’architettura, la seconda dedicata all’esposizione d’arte.

E magari una terza per godere dell’ascensore panoramico che corre lungo un elemento diagonale in acciaio e cemento, che unisce la Torre al Deposito di Fondazione Prada.

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Jacopo Milanesi

Vissuta l’esperienza dell’ascensore, il consiglio è quello di salire usando le scale, un dispositivo di grande impatto architettonico che unifica e armonizza tutte le diversità architettoniche di quest’opera, il cui insieme “produce un’estrema varietà spaziale all’interno di un volume semplice, in modo che l’interazione tra gli ambienti e i singoli progetti o opere d’arte offra un’infinita serie di possibili configurazioni” spiega Koolhaas.

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Lorenzo Bacci
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Lorenzo Bacci

Di piano in piano senza saltare nulla, perché anche i bagni, soprattutto i bagni, sono micro architetture dall’immenso potere evocativo e dalla cura del dettaglio quasi maniacale. Così completi che sembra che lo spazio non abbia nemmeno bisogno di essere arredato, che architettura e mobili siano un unicuum senza soluzione di continuità.

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Lorenzo Bacci
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Lorenzo Bacci

Salendo gli ambienti si dilatano, con altezze che variano dai 2,7 metri del primo piano agli 8 metri dell’ultimo livello, e il paesaggio urbano di Milano, scenografia costante, diventa un sistema di orientamento tra i piani trapezoidali e rettangolari, i salti di scala e i riflessi.

Una volta apprezzato tutto questo, siamo pronti a ridiscendere e a concentrarci sulla mostra della Torre di Fondazione Prada, Atlas, progetto nato da un dialogo tra Miuccia Prada e Germano Celant.

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Lorenzo Bacci
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Lorenzo Bacci

Il nome della mostra racconta l’idea di mappare lungo i sei piani espositivi della Torre le idee e le visioni che hanno guidato la formazione della Collezione Prada, e le collaborazione avvenute nel corso degli anni.

Le opere sono esposte per assoli oppure per confronti, come quelli tra Carla Accardi e Jeff Koons, Mona Hatoum ed Edward Kienholz and Nancy Reddin Kineholz, Michael Heizer e Pino Pascali, William N. Copley e Damien Hirst, John Baldessari e Carsten Holler.

Chiude l’esperienza alla nuova Torre di Fondazione Prada il ristorante con terrazza panoramica, con gli arredi originali del Four Seasons Restaurant progettato da Philip Johnson nel 1958 e una selezione di importanti opere d’arte.

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Lorenzo Bacci
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Lorenzo Bacci

In apertura: L'installazione di Carsten Holler Upside Down Mushroom Room


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Carlotta Marelli

Managing Editor di elledecor.it, ho trasformato la mia laurea in architettura al Politecnico di Milano in una lente per guardare (e raccontare) il mondo. Con una particolare attenzione per chi progetta gli spazi e gli oggetti che diamo per scontati: dalle porzioni di città meno note alle scenografie di un film, fino ai pezzi di design che fanno da sfondo ai post che scorrono nei nostri feed Instagram.  Su Instagram posto ricordi come @carlotta_marelli e spazi esageratamente decorati come @bye_minimalism.