Scegliere di fare un viaggio in Iran vuol dire superare qualche pregiuizio.

La leggenda vuole che quando Zarathuštra fu concepito la madre Dughdōvā fu accompagnata da un’aura luminosa sovrannaturale e la sua casa divenne incandescente per tre notti cosicché i demoni del mondo scapparono prevedendo la loro sconfitta.

Zarathuštra nacque ridendo: il profeta di Ahura Mazdā, l’Unico Dio Creatore, avrebbe diffuso tra gli uomini la dottrina della Luce e dello Spirito. Zarathuštra visse e professò il suo credo nelle terre iraniche comprese tra la Turchia e l’Afghanistan, in quella regione del Medio Oriente che sarebbe divenuta il glorioso Impero Persiano (durato oltre 2500 anni) e oggi conosciuta come Iran.

C’è una diffusa disinformazione su questo paese, citato dai media solamente in questioni riguardanti il nucleare o il fondamentalismo islamico.

È vero, dal 1979 l’Iran è una teocrazia isolata dal mondo (nascosta dietro il falso nome di ‘Repubblica Islamica’) di ayatollah e pasdaran che controllano il paese imponendo la legge islamica, la censura del governo impedisce l’uso libero di Facebook, vieta la proiezione di film di contenuti contrari alla morale dell’Islam (praticamente il 99 per cento delle produzioni cinematografiche internazionali) così come vieta ogni espressione di musica o teatro che non sia rispettosa della tradizione; il consumo di alcol è bandito ovunque nel paese.

La ricerca (e la speranza) di libertà si manifesta ciclicamente nel paese in episodi di protesta non violenta - l’ultima a febbraio 2018 è stata la campagna My Stealthy Freedom contro l’imposizione del velo alle donne - ma repressi con arresti di massa dal governo.

Capire l’Iran di oggi a partire dagli eventi che ne hanno segnato la sua storia recente non è impresa facile: gli eccessi dello Scià Reza Pahlavi, la Rivoluzione contro la monarchia guidata da Khomeyni terminata con la proclamazione della Repubblica Islamica nel 1979, il fallito colpo di stato manovrato dalla CIA, la lunga guerra contro l’Iraq negli anni Ottanta, le continue tensioni con gli USA dovute al programma nucleare iraniano e ai presunti finanziamenti al terrorismo di matrice islamista - quando invece l’Iran, paese musulmano a maggioranza sciita, è la nazione del Medio Oriente che maggiormente investe nella lotta contro i fondamentalisti sunniti dell’Isis - contribuiscono a dipingere negativamente il paese agli occhi dell’opinione pubblica.

Oltre la politica, esiste un altro Iran, quello più autentico, che nessuno racconta: viaggiare in Iran vuol dire incontrare città meravigliose con atmosfere da mille e una notte dove brillano i verdi e i blu delle cupole di moschee e madrase e deserti infiniti tra i più belli del mondo; il popolo iraniano accoglie il visitatore con un calore, un’ospitalità e soprattutto una generosità che difficilmente si possono incontrare ad altre latitudini; il paese vanta ben ventidue siti dichiarati Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO e la cucina persiana è una vera delizia per il palato con i suoi sapori agrodolci in cui si mescolano nobili ingredienti come melograni, agrumi, noci, miele e tantissime spezie.

L’architettura dell'Iran, oltre ad avere una storia millenaria (basti pensare alla poetica del paesaggio racchiusa nel disegno del giardino persiano o all’antica Persepolis, una delle cinque capitali del regno achemenide fondata da Dario nel VI secolo a. C.) è sempre stata all’avanguardia, almeno fino alla caduta dello Scià.

Negli anni Sessanta Giò Ponti progettò Villa Nemazee nel ricco distretto settentrionale di Teheran, capolavoro del maestro milanese purtroppo oggi lasciato in totale abbandono, e gli stessi lussuosi palazzi della famiglia reale dei Pahlavi sono notevoli esempi degli stili e delle mode del tempo.

Tra tutti il Niyavaran Palace di Teheran, terminato nel 1968: un’architettura brutalista che nasconde all’interno uno sfarzo che mescola arredi in stile e pezzi di design, dalle Lounge Chair degli Eames alle sedute di Saarinen e poi tappeti persiani, pelli d’orso, chandelier in cristallo, opere di Picasso e Wahrol. Il dettaglio più sorprendente? Il tetto apribile sopra il grande salone centrale.

Ed è proprio dall’architettura e dal design che si sta muovendo oggi nel paese una silenziosa rivoluzione che mira a riportare quella Luce e quello Spirito un tempo diffusi in queste terre dal ridente profeta Zarathuštra.

È intento di questa storia, che nasce come una sfida, raccontare il volto contemporaneo dell’Iran, dove la rete e i social network sono in gran parte oscurati, attraverso una collezione di immagini di progetti di spazi, ovvero di café, di hotel, di ristoranti, di luoghi dove scorre la vita pubblica delle nuove generazioni.

Viaggio in Iran: Teheran, la capitale

Il tour in Iran comincia dalla capitale Teheran: per un tuffo nell’Iran delle prima metà del Novecento è d’obbligo una sosta al Café Naderi, una vera e propria istituzione in città: un ambiente dal sapore vintage e nostalgico, rimasto pressoché immutato nel tempo, luogo di incontro di intellettuali ed artisti decorato con pezzi originali degli anni Cinquanta e contraddistinto dal colore verde brillante delle pareti, uno dei luoghi del cuore della designer persiana India Mahdavi.

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Per un ambiente industrial-chic l’indirizzo da segnarsi è il Sam Cafè nel ricco quartiere di Elahiye: arredi dalla linee contemporanee, vecchie abat jour, piante e fiori costituiscono il set di uno dei locali maggiormente frequentati dalla Young Teheran: nel Sam Café si respira un’atmosfera conviviale e frizzante che cita l’hipster mood dei bar di Brooklyn e Williamsburg.

Quando invece sopraggiunge il desiderio di una pausa dalla giungla d’asfalto e dal traffico della metropoli il Chai Bar è il luogo perfetto: immerso in un giardino segreto con fontane e giochi d’acqua il Chai Bar occupa un padiglione rivestito in maioliche dalla fantasia floreale, un tempo biblioteca privata di un’antica casa patrizia.

Viaggio in Iran: Isfahan, l'antica capitale

Meta imperdibile dei viaggi in Iran è l’antica capitale Isfahan: una città che racchiude in sé l’anima della Persia: la Naqsh-e Jahan Square, definita la “metà del mondo” per la sua straordinaria estensione (seconda solo a Piazza Tienammen), è un capolavoro dell’architettura safavide del XVII secolo.

Per un soggiorno di lusso degno di uno scià l’Abbasi Hotel è l’indirizzo più esclusivo della città: nato come caravanserraglio nel XVIII secolo, l’hotel vanta il primato di essere l’hotel più antico del mondo.

Gli interni sono un trionfo di decori, smalti, specchi e cristalli ma è il grande cortile interno il vero gioiello della struttura: tra fontane, fiori, palme e alberi da frutto è possibile scegliere tra quattro ristoranti che propongono piatti della cucina tradizionale ed internazionale.

Un altro consiglio? Il quartiere armeno, fuori dai circuiti turistici, è il più trendy della città, ricco di caffetterie e boutique di giovani artisti e designer.

Viaggio in Iran: Shiraz, la cosmopolita

La visita in Iran procede verso il sud del paese: Shiraz è la città più cosmopolita dell’Iran, luogo natio di artisti e poeti.

Il Kohan Restaurant coniuga modernità e sapere artigiano: l’uso di differenti materiali come legno, ferro, cotto e vetro descrive un ambiente rustico di raffinata eleganza. L’elemento più originale è la grande isola centrale in acciaio e legno sulla quale sono esposti su vassoi circolari le meze, tipica selezione di antipasti mediorientali.

Un ulteriore indirizzo da non perdere se si decide di visitare l'Iran è Rotte Food Adventure, una brasserie in stile europeo con arredi dalla linee nordiche che non ha paura di osare: il prezioso rivestimento in onice di una delle pareti ricorda un interno viennese di Adolf Loos.

Viaggio in Iran: Kashan, la perla sconosciuta

Per concludere il grand tour del turismo in Iran si torna verso nord per raggiungere la piccola città di Kashan, un’ autentica perla ancora poco conosciuta.

Kashan è un museo urbano diffuso che custodisce una collezione di case tradizionali di epoca qagiara della fine del XIX secolo tra le più belle e meglio conservate di tutto l’Iran.

Molte di queste residenze sono state convertite in hotel e la Manouchehri House è il fiore all’occhiello della città. I tre anni di restauro hanno trasformato la Manouchehri House in un boutique hotel di nove camere pieno di fascino: il sapiente mix di arredi tradizionali e contemporanei, il patio lussureggiante con la piscina centrale, il piccolo museo dove conoscere le tecniche dell’arte tessile persiana garantiscono l’esperienza di un soggiorno davvero unico.

Non resta che fare le valigie e puntare verso Oriente (prima però munitevi di visto e soprattutto contanti, i circuiti bancari del paese non accettano alcun tipo di pagamento con carte di credito internazionali): aprile e maggio sono i mesi migliori in cui visitare l’Iran e la primavera persiana regala temperature miti e giornate dai cieli tersi: il blu di Persia non è un’opinione!