La Biennale di Venezia 2018, in calendario dal 26 maggio al 25 novembre 2018 sotto la guida delle irlandesi Yvonne Farrell e Shelley McNamara, fondatrici di Grafton Architects, sarà costruita su una semplice dichiarazione: un mondo nuovo è un mondo libero.

Biennale di Venezia 2018, il tema

Il titolo della prossima Biennale Architettura Freespace, spazio libero, rivela e auspica la generosità dell’architettura intesa come disciplina di educazione allo spazio. Che è un dono per gli uomini così come la Terra è il cliente che l’intelletto e la scienza del costruire sono chiamati a valorizzare e rispettare.

Freespace è dunque un inno alla libertà, alla necessità di comunicare e di sentirsi parte di un mondo condiviso. Allo stesso tempo, così come mostrato nelle immagini presentate in conferenza stampa, Freespace è la colonna dorica di un tempio greco metabolizzata nel Barocco del Duomo di Siracusa, è la luce che si rifrange sulla facciata ricamata del Palazzo Ducale di Piazza San Marco, è la continuità di spazio e colore nel Gallaratese di Aldo Rossi e Carlo Aymonino.

Per chi ricordi Reporting From The Front, la precedente Biennale di Venezia curata da Alejandro Aravena, si tratta di un bel passaggio del testimone. Se nel 2016 l'architetto cileno, con la sua visione intrisa di politica, ci aveva mostrato le infinite possibilità dell’architettura contro la scarsità di mezzi, oggi Yvonne Farrell e Shelley McNamara invocano la generosità per stimolare "nuovi modi di vedere il mondo e inventare soluzioni in cui l’architettura provvede al benessere e alla dignità di ogni abitante di questo fragile pianeta”.

Sarà eccezionale vedere tale pensiero concretizzato proprio nelle mostre di Venezia: città lagunare e fluida che conosce le infinite forme dell’acqua, città che scorre tra la memoria del passato e la ricerca di innovazione, costellata da quella trama di Campi, Calli, Sotopòrteghi, Fondaci, Isole, Ponti, Altane, Palazzi che sono a tutti gli effetti liberi spazi da vivere.

Biennale di Venezia 2018, i partecipanti

Come sempre la Biennale sarà costituita, oltre che dalla mostra principale, dalle rispettive esposizioni dei paesi partecipanti, in tutto 65, di cui 7 nuovi: Antigua & Barbuda, Arabia Saudita, Guatemala, Libano, Mongolia, Pakistan e Santa Sede. Tra il Padiglione Centrale, situato ai Giardini, e le Corderie dell’Arsenale saranno raccontati, attraverso la personale visione di Yvonne Farrell e Shelley McNamara, i progetti dei 71 partecipanti scelti tra nomi noti e new entry poco conosciute.

La lista degli studi rinomati include: Alvaro Siza, Amateur Architetcture Studio, Atelier Peter Zumthor, Aurelio Galfetti, EMBT Studio, BIG, David Chipperfield Architects, Cino Zucchi Architetti, Diller & Scofidio + Renfro, Elemental, Estudio Carme Pinòs, SANAA, Lacaton & Vassal Architects, Maria Giuseppina Grasso Cannizzo, Paulo Mendes da Rocha, Rafael Moneo Arquitecto, Sauerbruch Hutton, Souto Moura, Studio Odile Decq, Toyo Ito & Associates.

Biennale di Venezia 2018, i progetti speciali

Due sezioni speciali di notevole interesse, totalmente nuove, completeranno la Biennale Architettura 2018.

La prima, Close Encounter: meetings with Remarkable Projects sarà una serie di 16 incontri a cura di progettisti contemporanei che rileggeranno noti progetti del passato, rinati o dimenticati, per comprenderne potenzialità e trasformazioni; la seconda, The Practice of Teaching sarà l'occasione per dimostrare come la pratica dell’insegnamento nelle scuole e nelle accademie di Architettura e Design sia, insieme alla professione sul campo, l’altra componente necessaria alla cultura del progetto che guida alla meraviglia dell’immaginazione. A raccontare le contaminazioni tra Teoria e Pratica saranno figure da sempre impegnate parallelamente in entrambi i campi. Alcuni nomi? Aires Mateus, Francis Keré, Mario Botta, Valerio Olgiati, Ricardo Blumer.

Rimanendo in ambito educativo sono confermati, nel programma, gli incontri di Biennale Sessions, appuntamenti dedicati alle università di tutto il mondo invitate a disporre gratuitamente di spazi per seminari, allestimenti e tavole rotonde per alimentare il dibattito critico sull’architettura e riflettere sui temi affrontati dalla Biennale 2018.

Per il terzo anno consecutivo la Biennale di Venezia insieme al Victoria & Albert Museum di Londra presenta il progetto speciale per il Padiglione delle Arti Applicate presso la Sala d’Armi dell’Arsenale. Con Robin Hood Gardens: A Ruin in Reverse sarà possibile immergersi in un autentico frammento dei Robin Hood Garden dei visionari Alison e Peter Smithson, progetto di social housing nella East London degli anni Settanta ormai in fase di demolizione.

La grande installazione - il frammento dell’edificio è stato acquistato (e salvato dalla cancellazione) grazie ai fondi del V&A - permetterà una riflessione sul significato e sulle potenzialità del patrimonio dell’architettura brutalista che all’oggi sembra essere destinata alla damnatio memoriae.

La Biennale di Architettura di Venezia non è mai stata così ricca! Venezia chiama, la Laguna ci attende.