Tra le novità più interessanti della prossima Biennale Architettura di Venezia incentrata intorno al tema Freespace va segnalata l’inedita partecipazione della Santa Sede che per la prima volta sarà presente in laguna con un proprio padiglione intitolato Vatican Chapels, curato dallo storico dell'architettura Francesco Dal Co.

Il progetto, che si preannucia tra i più attesi della XVI Mostra Internazionale di Architettura, è stato presentato a Roma lo scorso 20 marzo presso la Sala Stampa del Vaticano dal cardinale Gianfranco Ravasi, Commissario del Padiglione della Santa Sede.

Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, Ravasi - che in passato ha espresso pubblicamente il proprio giudizio critico sull'architettura delle chiese contemporanee - ha sottolineato come l'adesione alla manifestazione, che si svolgerà dal 25 maggio al 25 novembre 2018, rappresenti per il Vaticano il tentativo di ricucire il dialogo interrotto tra arte e fede dopo il divorzio avvenuto tra la fine dell'Ottocento e la prima metà del secolo scorso che ha avuto come conseguenza la costruzione di chiese brutte e il proliferare di forme d'arte autoreferenziali.

Il progetto Vatican Chapels cela dietro un’operazione corale concettualmente raffinata un’esperienza molto coinvolgente. Per i visitatori sarà una vera sorpresa. Anziché optare per la creazione di un singolo spazio espositivo da allestire con disegni e modellini, Francesco Dal Co ha immaginato un suggestivo itinerario tra natura e architettura, da compiere all’interno di un bosco, luogo per antonomasia del silenzio e della meditazione, dell’ombra e della luce.

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Vatican Chapels. Il progetto di Map Studio.

Il bosco sarà quello posto all’estremità dell’isola lagunare di San Giorgio Maggiore, un bosco molto poco conosciuto risalente al 1962, mentre le tappe dell’itinerario saranno rappresentate da una serie di cappelle d'autore progettate da 10 architetti di respiro internazionale, diversissimi per formazione culturale e provenienza geografica, invitati tutti a confrontarsi con il tema della cappella isolata. Partendo dal riferimento della Cappella nel Bosco, realizzata nel 1920 nel cimitero di Stoccolma da Gunnar Asplund.

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Vatican Chapels. La cappella di Francesco Cellini.

Una sfida progettuale che trasformerà in unità compiuta e autonoma un ambiente generalmente annesso e subordinato gerarchicamente alla complessa spazialità di un tempio maggiore. Stavolta pensato avulso dal contesto e immerso nell’astratta e naturalistica serialità di un vero bosco. Il risultato è un abaco di invenzioni ricchissimo e variegato perché in realtà, a parte la suggestione del piccolo capolavoro di Asplund, non esistono modelli tipologici di riferimento. Ogni progettista ha potuto interpretare liberamente la propria idea di spazialità e intimità, sperimentandola su un tema dalla molteplici chiavi di lettura.

La visita al padiglione si tramuterà quindi in pellegrinaggio culturale, intrapreso attraverso 10 costruzioni eterogenee sia per concezione che per le modalità di realizzazione. Un decalogo che celebra la più spontanea vocazione dell’architettura: essere innanzitutto strumento di misurazione e orientamento in mezzo alla natura, dare misura allo smisurato.

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Vatican Chapel. La cappella di Norman Foster.

Un’idea ancestrale e poetica che interpreta il costruito come punto di incontro tra l’Io e il Noi, strumento di passaggio dalla individualità alla collettività. Tutto concretizzato attraverso l’effettiva edificazione dei 10 progetti, perché come ha ricordato Francesco Dal Co durante la conferenza stampa: "se l’architettura non è costruita vuol dire che non ha trovato la sua pienezza". Da qui il ricorso ad un vastissimo repertorio di tecniche e materiali messo a disposizione da una serie di imprese che hanno deciso di contribuire con il proprio know how alla realizzazione delle opere. In uno strettissimo rapporto di collaborazione e scambio con i progettisti.

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Vatican Chapels. La cappella progettata da Javier Carvalàn Espìnola.

Il percorso espositivo inizierà con l’Asplund Pavillion, progettato da Francesca Magnai e Traudy Pelzel di Map Studio, undicesima costruzione che avrà il compito di accogliere il visitatore attraverso la messa in scena dei disegni e del plastico della Cappella nel Bosco di Asplund. Partirà da lì il labirintico cammino tra gli alberi verso le 10 cappelle progettate rispettivamente da Andrew D. Berman (Stati Uniti), Francesco Cellini (Italia), Javier Corvalàn Espìnola (Paraguay), Flores & Prats ( Spagna), Norman Foster (Gran Bretagna), Terunobi Fujimori ( Giappone), Sean Godsell ( Australia), Carla Juacaba (Brasile), Smiljan Radic Clarke (Cile), Eduardo Souto de Moura (Portogallo).

In apertura: Vatican Chapels. La cappella progettata da Smiljan Radic Clarke.