Progettare un palazzo del '700
A Napoli, il restyling di una casa d'epoca nel segno del design
Nell’antico cuore di Napoli, a due passi dall’Orto Botanico, al secondo piano di un principesco palazzo del ’700, un grande appartamento già reinterpretato nell’800 con concetti di grande modernità e poi rimasto vuoto per novant’anni, è tornato a vivere tra mutazioni e stratificazioni, come casa-studio di un giovane architetto emergente, Antonio Martiniello. Conservando il più possibile, rigenerando o sostituendo dove necessario, immettendo senza ipocrisie forti e originali segni di arte, design e tecnologia, Antonio vive questi spazi respirando la rassicurante aria della storia ma totalmente proiettato nel futuro.
Secondo la classica iconografia partenopea Antonio lascia Napoli dopo la laurea in architettura per maturare un’esperienza all’estero. In Austria, a Graz apre con altri colleghi il primo studio di KellerArchitettura e per 5 anni respira un’aria internazionale ricca di occasioni e confronti. Per poi decidere di ritornare a Napoli, carico di energie, con l’intento di non deprimersi per l’eccessiva e monolitica burocrazia, sapendo di poter contare su un tessuto artigianale di qualità, aprendo la progettazione ad altre espressioni artistiche come la fotografia, la pittura, il video.
“Nella scelta del posto dove concentrare le mie energie, Napoli ha prevalso come scenario di grande fermento ancora intatto dalla standardizzazione del gusto. A Napoli tutto ciò che è nuovo (idee, influenze artistiche, correnti di pensiero, nuove tecnologie o tendenze del gusto), viene subito rielaborato, mixato, ricontaminato, trasportato da un continuo movimento celato da una falsa staticità. I problemi sono altrove, non nell’apertura di pensiero”.
Nella casa-studio gli ambienti si rincorrono senza corridoi né disimpegni, antico e contemporaneo vivono in originale ma evidente armonia, il via vai di architetti, stagisti, artigiani e artisti di ogni nazionalità, è continuo, le idee circolano liberamente generando nuovi progetti, ma anche conoscenze, riflessioni, contatti. Per Antonio vita privata e lavoro coincidono perfettamente. “Eppure i miei progetti sono molto distanti da questa atmosfera, sono attratto dal minimalismo architettonico e dalla espressività dello spazio materiale e concettuale. Ho un grande rispetto per il benessere del committente, vivo il ruolo del progettista come una voce fuori campo che racconta una storia ma non interferisce sulla scena, così io fornisco gli strumenti per vivere al meglio una struttura, senza imporre regole, privilegiando la qualità della luce, la leggerezza dei materiali, la funzionalità”.
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