Un artista può parlare di design? Si se si chiama Paolo Gonzato e di confini non ne vuole sapere. In un momento in cui tutti costruiscono barriere, lui si muove liberamente tra design, arte e moda facendo mash-up apolidi che aprono nuove possibilità d’uso e di interpretazione. Il passaporto sono i rombi, l’archetipico pattern di Arlecchino che Gonzato traduce in pittura e installazione, lavorando superfici che diventano tridimensionali e opere d’arte che si prestano al design.

Dopo Federico Peri, Paolo Gonzato ci riaccompagna all’ultimo Salone del Mobile, con uno sguardo d’insieme che prova a capire cosa è stato interessante, e cosa no, della settimana più importante di Milano.

Se dico Salone del Mobile 2017 qual è la prima cosa che ti viene in mente?
Penso a materiali eterogenei combinati tra loro e ad una ritrovata voglia di "futuro"

Il prodotto più interessante che hai visto quest’anno?
Una chaise longue scultorea di Alessandro Mendini realizzata con gocce/ecopixel di plastica, un oggetto che vorrei possedere.

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Courtesy photo

L’installazione più bella?
Elegantissimi i Formafantasma alla Spazio KRIZIA e sorprendente Maarten Baas nei rilevati della Stazione Centrale nella zona di Nolo, a due passi da casa mia

La persona più interessante che hai incontrato?
Un incontro metafisico con Toni Zuccheri attraverso la sua ricerca instancabile nel mondo del vetro che si è conclusa nel 2008.

Cosa ti ha deluso?
Il riproporsi inesorabile di materiali e forme borghesi, una colata perenne di ottone in ogni forma.

Cosa vorresti vedere l’anno prossimo?
Meno riedizioni e più progetti contemporanei.

Il tuo lavoro in una frase
È un mash-up di elementi, modalità, possibilità, dove nulla è assoluto e la creatività può essere evasa in mille modi possibili.

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Carlotta Marelli

Managing Editor di elledecor.it, ho trasformato la mia laurea in architettura al Politecnico di Milano in una lente per guardare (e raccontare) il mondo. Con una particolare attenzione per chi progetta gli spazi e gli oggetti che diamo per scontati: dalle porzioni di città meno note alle scenografie di un film, fino ai pezzi di design che fanno da sfondo ai post che scorrono nei nostri feed Instagram.  Su Instagram posto ricordi come @carlotta_marelli e spazi esageratamente decorati come @bye_minimalism.