Ci sono quattro donne che hanno attivato i sensi di tutti i visitatori della Milano Design Week. Si fanno chiamare Ladies’ Room e sono un collettivo composto da quattro designer – Ilaria Bianchi, Agustina Bottoni, Astrid Luglio e Sara Ricciardi – che ha partecipato al FuoriSalone 2017 con Fenomèna, l’installazione sensoriale che ha sollecitato il corpo dei visitatori tramite stimoli olfattivi, tattili e uditivi.

Sara Ricciardi, delle quattro, è quella che ha giocato con il tatto, regalandoci piumate Carezze Meccaniche: una ingegneristica composizione di ingranaggi a muovere dei veri e propri pennelli per il corpo. Se il tema era il Sensismo, principio per il quale la sensazione è il criterio della verità e del bene, ecco cosa le hanno raccontato i suoi, di sensi, sul Salone appena passato.

sara ricciardipinterest
Bianca Buoncristiani
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Bianca Buoncristiani

1. Se ti dico Salone del Mobile 2017 qual’è la prima cosa che ti viene in mente?
Un grande mix di sudore e passione, luccichii e acido lattico, sperimentazione e nuovi sforzi, indiscussa bellezza.

2. Il prodotto più interessante che hai visto quest’anno?
Ero murata viva nella nostra installazione Fenomèna, con tutto un percorso sensoriale presso il garage Sanremo in 5 vie, ormai il salone lo vivo prima da fervida allettatrice h24 e poi da espositrice stacanovista, dunque non giro moltissimo ahimè - ma percepisco l'energia nell'aria, la vivacità di tutti i colleghi, le proposte progettuali delle varie aziende ed è proprio quel “friccicorìo”, quella curiosità spalmata su tutti, secondo me, ad essere il “prodotto” più interessante del Salone - di oggetti poi ce n'erano per tutti i gusti :)

3. L’installazione più bella?
Non avendole viste in prima persona non saprei ma posso dirvi quella che ho amato immaginare di più quando dei messaggeri amici venivano a narrarmi delle storie del FuoriSalone. Studio Swine per Cos. E mentre noi del collettivo The Ladie's room ci occupavamo di aver cura delle sensazioni corporee dei nostri visitatori, ci è piaciuto immaginare questi fumi eterei scendere giù da un albero e dalle foto sembrava fantastico.

4. La persona più interessante che hai incontrato?
Ce ne sono state davvero molte però se dovessi sceglierne una, mi ha commosso una donna russa sulla cinquantina che è venuta a visitare la nostra esposizione. Delicatissima e vestita di panna si cuciva delle piccole borsine porta amuleti all'altezza del cuore. Infilava al loro interno pezzettini materici che raccoglieva in giro e li teneva lì nascosti - Mi ha sottratto delle piccole piume di struzzo infilandosele in questa taschina da petto con clip dicendomi che le avrebbero ricordato di danzare più spesso con la leggerezza e la magia. Sono belli gli incontri con delle persone che sanno ancora meravigliarsi e infondere stupore.

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5. Cosa ti ha deluso?
Sono in un periodo della vita in cui rimango poco delusa.

6. Cosa vorresti vedere l’anno prossimo?
Sogno sempre di azioni più circensi, più esperienze a bordo strada, invenzioni ambulanti e più coinvolgimento di condomini e periferie. Più scene “felliniane” di design ma soprattutto più collaborazione e sinergia. Mi piacerebbe vedere dei manifesti, delle ideologie collettive, degli abbinamenti tra persone che propongano anche strutture di pensiero più complesse in una sfida di ragionamenti pluridisciplinari.

7. Il tuo lavoro in una frase
“Se sapessimo quello che stiamo facendo non si chiamerebbe ricerca, no?” questa è l'ultima frase che ho trascritto nel mio taccuino tratta da un testo di Einstein.

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Carlotta Marelli

Managing Editor di elledecor.it, ho trasformato la mia laurea in architettura al Politecnico di Milano in una lente per guardare (e raccontare) il mondo. Con una particolare attenzione per chi progetta gli spazi e gli oggetti che diamo per scontati: dalle porzioni di città meno note alle scenografie di un film, fino ai pezzi di design che fanno da sfondo ai post che scorrono nei nostri feed Instagram.  Su Instagram posto ricordi come @carlotta_marelli e spazi esageratamente decorati come @bye_minimalism.