L’eco del Salone del Mobile 2017 risuona dallo scorso aprile confermando la Milano Design Week l’appuntamento più atteso, strategico e influente della scena internazionale del design.
Perché dunque, mentre i designer e le aziende già pensano all'edizione 2018 lavorando alla messa a punto di nuovi prodotti e spettacolari installazioni, non ripercorrere, partendo dagli incontri della redazione di elledecor.it, i protagonisti della kermesse del 2017? Quei nomi e volti che, sotto più punti di vista e per le idee più disparate, hanno catturato la nostra attenzione (e quella dei nostri fotografi) tra fiera e Fuorisalone?
Da qui la raccolta antologica di nomi e cognomi, distinti per nazionalità e provenienza, tutti appunto convenuti a Milano per quello che è senza dubbio l'appuntamento più importante del settore, capace di coniugare al meglio creatività e business.
Partiamo dal Far East, con uno dei casi più clamorosi di questo Fuorisalone: Tokujin Yoshioka. Nato in Giappone, classe 1967, opera da sempre tra design, arte contemporanea e architettura e a Milano è stato presente con più progetti e partner. Sua l’installazione più attrattiva e rinomata, insignita del premio Milano Design Award 2017: lo show metafisico e tecnologico di luci concepito per il gigante coreano LG in scena al Superstudio Più in via Tortona. Suo anche il progetto e il poetico allestimento di vasi “Glass Fountain”, realizzati in collaborazione con Glas Italia, esposti davanti al nuovo store dello stilista Issey Miyake, con cui lo stesso Yoshioka collabora.
Dall'Estremo Oriente all'Europa: dall'Inghilterra star indiscussa è Tom Dixon, celebrato con il premio alla Carriera 2017 per aver fatto la storia del Fuorisalone con 27 anni di presenza e successi. Con l’evento Multiplex presso la Galleria Manzoni ha dispiegato il suo variegato e sempre più ricco mondo di proposte e collaborazioni, dal progetto del letto/piattaforma Delaktig sviluppato con Ikea alla chicca di una Moto Guzzi edizione unica, la Tomoto.
Abbiamo incontrato Yves Béhar. Nato in Svizzera, ma californiano d’adozione con studio a San Francisco, Béhar unisce tecnologia e design all’ennesima potenza: per Samsung progetta "The Frame", una TV quasi invisibile, pura cornice: un sistema di sensori calibra la luminosità dello schermo bilanciandola con quella dell'ambiente, e così, spenta, la televisione sparisce. Ci aveva detto: “Il futuro della tecnologia è adattarsi sempre più alle esigenze dell’uomo, diventando più discreta. Oggi le grandi aziende come Samsung sono disposte a correre dei rischi per sperimentare nuove idee e questa è una nuova “golden era” per il design, che vedo come acceleratore di innovazione”.
La Germania è rappresentata da Konstantin Grcic, che, con la funzionalità e la semplicità che gli sono proprie (e con cui lui stesso ama definirsi), per Cassina ha studiato il divano modulare Soft Props, che ben interpreta il DNA dell'azienda e il nuovo corso avviato due anni fa dal direttore artistico Patricia Urquiola.
Dal Nord Europa, ecco il caso unico di una casa reale al servizio del design: il Principe Carlo Filippo di Svezia si mette all'opera per l’azienda connazionale Hästens, introducendo una ventata di novità all'immagine iconica dei letti più pregiati del mondo dal 1852. Non tutti sanno che il bel Principe è graphic designer e con l’amico Oscar Kylberg ha fondato a Stoccolma lo studio Bernadotte & Kylberg: i due, con l'occasione del Salone del Mobile, hanno dato nuova veste grafica al classico blue check Hästens.
Il designer francese Philippe Nigro, che lavora e vive tra il paese natale e l’Italia, sempre in equilibrio tra ricerca sperimentale e analisi pragmatica del “savoir-faire” delle aziende e maestranze con le quali collabora, ha suggestionato la nostra percezione con la collezione Filigrane e l’installazione In Transition studiate per Lea Ceramiche: in un gioco tra illusione e realtà, naturale e artificiale, porta in scena lastre di ceramica come blocchi di marmo in attesa di essere lavorati.
Sullo stesso filo conduttore di indagine tra proprietà e apparenza di una superficie, si pone il concept geometrico "XYZ – Slimtech" messo a punto dallo studio milanese DWA-Frederik De Wachter e Alberto Artesani sempre per Lea Ceramiche, con l'uso della stampa digitale su grès porcellanato.
La storica maison francese Louis Vuitton si presenta come di consuetudine a Milano a Palazzo Bocconi, con l’ampliamento della collezione home “Objets Nomades”, inaugurata nel 2012: alla sua corte un parterre di estri internazionali di prima grandezza. Tra questi, i fratelli brasiliani Humberto e Fernando Campana, che per il nuovo divano Bomboca evocano la conchiglia dalla quale emerge la Venere di Botticelli, e l’olandese Marcel Wanders (anche protagonista al Fuorisalone con Wonderglass all’Istituto dei Ciechi e con Moooi) che intreccia il cuoio in una serie di loghi monogram LV dando vita al paravento Diamond Screen. E il duo Raw-Edges (Yael e Shay, si incontrano a Gerusalemme, studiano e lavorano a Londra) che con la mensola The Shelf in pelle, legno e ottone continua a sperimentare l’idea di oggetti ripieghevoli.
Dalla Spagna, abbiamo incontrato il madrileno Jaime Hayon, autore del colorato mondo di quarzo di Caesarstone e del concept Frizt Hotel per l’azienda danese Republic of Fritz Hansen, dove coniuga il brio mediterraneo con il rigore nordico. È portoghese, con studio a Lisbona, Emmanuel Babled: a Milano ha presentato una poltrona girevole di un unico blocco di cemento.
Gordon Guillaumier, maltese di origini ma cosmopolita per formazione e milanese per professione: per Alf DaFré ha progettato l’essenziale letto Jetty di tubolari metallici d’ispirazione nipponica e la linea di mobili da soggiorno Rigadin in legno massello scanalato.
Dall’Argentina Francisco Gomez Paz - di base però oggi a Milano, tra i numeri uno nello studio di luce e lampade: a lui infatti è stato attribuito il premio Lighting EDIDA 2017 (gli Elle Deco International Design Awards) per il progetto Candela, e si ricordi anche il lavoro di dematerializzazione di forma e funzione che ha fatto con Ivy per Luceplan (leggi anche → 10 lampade di design viste al Salone).
Sempre sulla luce, sulla scia dell’essenzialità di Gomez Paz, lavorano Andrea Trimarchi e Simone Farresin di Studio Formafantasma, italianissimi - rispettivamente siciliano e veneto - ma trasferitisi ad Amsterdam. “WireRing per Flos è un esercizio di riduzione, una fonte luminosa ridotta alle sue componenti essenziali: un cerchio a LED e un cavo elettrico diventato inaspettatamente parte strutturale di una lampada flat-pack dalle qualità scultoree” ci hanno spiegato da Euroluce. Erano presenti anche al Fuorisalone da Spazio Krizia, divenendo una delle destinazioni da non perdere di questa Milano Design Week.
E ancora nel campo dell’illuminazione: Davide Groppi di Milano, con l’inedita lampada a sospensione a batteria ricaricabile dal profetico nome: QuiQuoQua, senza il vincolo del cavo elettrico da portare dove si vuole.
Approfondiamo la scena italiana, continuando a ripercorrere nomi, incontri e progetti di svariate natura e specificità.
Un trio d'eccezione: quello dell’atelier Biagetti (Alberto Biagetti e Laura Baldassari) con la curatrice Maria Cristina Didero. Con quell’ironia dissacrante che contraddistingue il suo corpus di lavori, la squadra ci ha travolti con la messa in scena di "God", satira sull'ossessione del Dio denaro a metà tra un caveau di lingotti d'oro e un supermercato di lusso.
Nell’affascinante spazio industriale della Fabbrica Orobia, Paola Lenti e Francesco Rota hanno presentato una nuova collezione in equilibrio tra outdoor e indoor, giocando con colori e materiali, ceramiche e tappeti.
Enrico Fratesi dello studio italo-danese GamFratesi: a lui la sfida, con estremo successo, di progettare il concept del retail del futuro: l’Elle Decor Concept Store, di scena a Palazzo Bovara, esperienza multisensoriale acclamata da pubblico e critica.
Non designers o architetti ma imprenditori da tenere sott’occhio: Renzo Rosso e Pasquale Junior Natuzzi, rispettivamente seconda generazione del polo Diesel e di Natuzzi, che hanno presentato le proprie aziende in splendida forma. Renzo Rosso ha dato vita al primissimo Diesel Living Pop-Up, ancora in corso in un’ex atelier di un orafo nel distretto delle 5 vie, e PJ Natuzzi dalla Puglia sta traghettando il marchio di famiglia verso un nuovo corso all’insegna dell'armonia nel design e nella vita.
Il Made in Italy e i 105 anni Poltrona Frau: Ludovica + Roberto Palomba dello studio milanese Palomba Serafini Associati introducono nel portfolio dell'azienda per la primissima volta un divano basso, Let it be, oasi perfetta per comfort e relax. Hanno collaborato con Frau anche Neri&Hu, duo di base tra Shanghai e Londra, premiati Designer dell'Anno EDIDA 2017, e il francese Jean-Marie Massaud, che esalta la maestria di Poltrona Frau con una serie di sedute scultoree.
Sotto i riflettori due donne, entrambi galleriste e di inossidabili gusto e fiuto nella ricerca e nella scoperta di nomi e idee, tra storia del design e futuro. Rossana Orlandi, che come ogni anno ha orchestrato presso la sua omonima galleria di via Bandello un caleidoscopico mondo di talenti e proposte, mettendo al centro gli amici di Eindhoven Nacho Carbonell(spagnolo ma di base in Olanda), Piet Hein Eek e il giovane italiano Guglielmo Poletti, il quale ha presentato la collezione Equilibrium nata come sua tesi di laurea appunto all’Accademia di Eindhoven.
L’altra donna protagonista del design internazionale si è confermata Nina Yashar, di origine iraniana ma a Milano dal 1963. Nel suo immenso, fascinoso magazzino Nilufar Depot progettato da Massimiliano Locatelli mescola con magistrale perizia e brio Ponti, Mollino, Sottsass, Parisi con l’India, la Persia, il Giappone e il Brasile e nuovi pezzi a serie limitata o unica.
Un nuovo estro da segnarsi e monitorare? Senza dubbio il vicentino Matteo Cibic, scelto anche dalla giuria dell’Elle Deco International Design Awards come talento emergente di questa Milano Design Week. Scanzonato e ironico, ha disegnato per esempio per Foyer Gorani la serie di piccoli contenitori Vaso Naso!
E da non dimenticare Giulio Iacchetti, interprete contemporaneo della gloriosa tradizione del design italiano, che quest’anno rimette al centro il divano letto, presentando Meda: “Sono partito dall’idea di restituire dignità a un oggetto come il divano letto che già nel nome composto denuncia una crisi di identità. Tutti i miei prodotti hanno un nome di un paese italiano di 4 lettere… e questo è Meda!".
Menzione d’onore a Enzo Maiorano e al suo team Archiproducts Milano: nel loro quartier generale in via Tortona 31 hanno messo in scena The Design Experience, unendo brillantemente architettura, design, realtà virtuale e... arte urbana, con l'invito ad "arredare" la facciata esterna alla designer Serena Confalonieri.
Ci piace concludere questa antologia di the Best of Salone del 2017 con le parole dell’architetto e Professore Beppe Finessi, incontrato ad aprile alla Fabbrica del Vapore con l’occasione della mostra da lui curata “SaloneSatellite. 20 anni di nuova creatività”. Alla nostra domanda “Che cosa accende oggi i suoi occhi?” ci aveva risposto “Le piccole grandi invenzioni costruttive, le piccole cose che cambiano il mondo, il lavoro sullo humor, sul sorriso. L’intelligenza è un valore assoluto, ed esistono tanti modi di fare bene il proprio lavoro”.
Appuntamento dunque al prossimo Salone!