La moda per abbigliare il corpo, l'architettura

Entrambe, infatti, sono un'espressione del sé individuale e culturale: secondo le parole del filosofo tedesco Walter Benjamin, "appartengono all'oscurità dell'attimo vissuto, alla coscienza onirica del collettivo." Entrambe interagiscono col tempo, con le tradizioni e con gli sviluppi tecnologici e scientifici.

Entrambe, infine, viaggiano sul duplice binario della funzionalità e dell'estetica. I molteplici livelli connettivi fra moda e architettura sono stati a lungo esplorati: l'una ha preso ispirazione dall'altra, in un continuo scambio di idee e suggestioni. Esemplari – al proposito – come protagonisti di questo dialogo, ecco la maison Max Mara e il Renzo Piano Building Workshop, che hanno interagito per la creazione di quella che è una delle più sofisticate borse del contemporaneo: la Whitney bag, creata in sinergia tra queste due realtà nel 2015 in occasione dell’opening della nuova sede del Whitney Museum of American Art di New York nel Meatpacking District e ad oggi divenuta un must delle collezioni Max Mara, un cult da museo (è esposta al Musée des Arts Decoratifs di Parigi). Oltre che un grande “nuovo classico” nel vestire della donna.

The Whitney bag Max Marapinterest
Courtesy Photo

Nata grazie a uno sfidante studio progettuale con cinque mesi di lavoro, dieci persone coinvolte, due grandi nomi, quelli di Max Mara e del Renzo Piano Building Workshop, che hanno condiviso l'analisi delle strutture, l'attenzione verso i più piccoli particolari e il rigore innovativo.

Il punto di partenza che ha messo in moto il meccanismo di collaborazione fra la moda di Max Mara e l'architettura del Renzo Piano Building Workshop, infatti, sono stati proprio i tremila metri quadrati di asimmetrie e volumi massicci del Whitney Museum of American Art, dove forme geometriche ed essenziali rincorrono ampie vetrate e terrazze con un ritmo cadenzato da tiranti d’acciaio: la silhouette, industrial e luminosa, si ritaglia un suo spazio fra le altre architetture del district, e lo fa con naturalezza poliedrica. Allo stesso modo di come la Whitney Bag si inquadra nel guardaroba della donna.

The Whitney bag Max Marapinterest
Courtesy Photo

Pelle morbida, forgia classica con manici corti e forma a trapezio. Design semplice che interrompe il suo rigore clean e geometrico attraverso una serie di raffinate e minimali impunture parallele realizzate manualmente a caldo con una grande perizia artigianale che richiamano direttamente le nervature metalliche della superficie del Whitney Museum of American Art. L'esterno, con i suoi tagli grafici, le sue proporzioni e la satinatura opaca, è un collegamento manifesto con l'opera del Renzo Piano Building Workshop, che ha studiato l'interno a contrasto della borsa: rosso - per distinguersi e stupire - in un sottile clin d’oeil a quello che è il colore trademark in tutti i lavori dello studio del grande progettista italiano.

The Whitney bag Max Marapinterest
Courtesy Photo

Funzionale, "user-friendly" e dall'eleganza sicura, la Whitney Bag si è confermata un valore sicuro contro il correre delle mode passeggere, e si è distinta come una delle borse più iconiche nella moda e nelle collezioni Max Mara, dove è riproposta di stagione in stagione in dimensioni, colori e pellami sempre nuovi (e innovativi) capaci di anticipare trend e tendenze del momento. Alla sua base, dietro la macchina da cucire, c'è la filosofia dell'utility luxe: funzionalità ed estetica, due concetti cari anche al mondo dell'architettura, sono i fili che si intrecciano fino a formare l'heritage dell’importante gruppo italiano.

Architettura e moda, maison e “museum”, tecnica e design si incontrano e si fondono, influenzando, mutando e segnando il proprio tempo. Questa volta, con un oggetto destinato a durare, con un vero pezzo d'autore. Con la Whitney Bag.