[Architettura]
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Ritratto di Gio Ponti accanto a ceramiche Richard Ginori realizzate per un bar, pubblicato poi sulla rivista Domus nel 1931. Copyright Ponti Archives
Mano della Fattucchiera, disegnata e creata nel 1935
A destra, lettera del 5 ottobre 1924 con disegno e indicazioni per creare un vasetto ad alberello; a sinistra, vasetto ad alberello, porcellana policroma e dorata creata nel 1944. Copyright Associazione Amici di Doccia/Arrigo Coppitz
Lettera del 21 settembre 1927 con disegno colorato e indicazioni scritte per un calamaio o un posacenere con figura di “Messaggero”. A destra, calamaio decorato con figura di Messaggero a cavallo, porcellana policroma del 1927. Copyright Associazione Amici di Doccia/Arrigo Coppitz
Lettera non datata con bozzetto e indicazione per produrre un fermalibro con elefantino
Elefantino fermalibro con rametto fiorito, porcellana policroma e dorata del 1928. Copyright Associazione Amici di Doccia/Arrigo Coppitz
Lettera non datata con bozzetti e indicazioni per creare un portagioie decorato con delle mani. A destra, portagioie in porcellana policroma ideato nel 1924 e realizzato nel 1927
Lettera non datata con indicazioni e appunti per la creazione di una porcellana con cerbiatti. A destra, Cerbiatto fra palme del 1925, porcellana dipinta a mano in oro. Copyright Associazione Amici di Doccia/Arrigo Coppitz
Bomboniera Omaggio agli snob del 1927, in porcellana dipinta a mano in giallo, verde azzurro, rosso, porpora, rosa e nero. Copyright Associazione Amici di Doccia/Arrigo Coppitz
Grande vaso con coperchio del 1925, in maiolica dipinta in blu a gran fuoco e bronzo dorato
Gruppo L’uva della Terra Promessa del 1927
Si intitola “Gio Ponti e la Richard Ginori: una corrispondenza inedita” la mostra allestita al Museo Marino Marini di Firenze, fino al 21 luglio. Curata da Livia Frescobaldi Malenchini, Oliva Rucellai e Alberto Salvadori, è stata realizzata con il contributo della Richard Ginori 1735, storica azienda acquistata lo scorso anno da Gucci. La mostra presenta cinquanta pezzi provenienti dalla vasta collezione di ceramiche Gio Ponti del Museo di Doccia, oltre a una selezione di lettere scritte dall’architetto e designer (molte delle quali inedite), correlate da schizzi, appunti e indicazioni di fabbricazione.
Le lettere offrono una nuova e interessante chiave di lettura per meglio comprendere il genio e la creatività di Gio Ponti, e per capire quale fosse il suo metodo lavorativo con Richard Ginori. Le opere esposte alla mostra invece evidenziano il legame tra l’idea, spesso espressa da un semplice bozzetto, e il prodotto finale. Molte delle ceramiche in mostra non entrarono poi in produzione e sono dunque pezzi unici, provenienti dal Museo Richard Ginori. Grazie a questa esposizione emerge il ruolo che Gio Ponti ricoprì, lavorando per Richard Ginori durante il decennio 1923-1933.
Non fu infatti un semplice direttore artistico, ma un vero e proprio, e forse anche il primo, industrial designer. Si occupava personalmente di ogni aspetto della produzione: dal primo schizzo alla realizzazione del prodotto, dal disegno della sua etichetta alla confezione, dal prezzo per la messa in vendita fino agli aspetti promozionali del prodotto stesso. Era poliedrico, versatile e oggi con questa mostra lo si può riscoprire e ammirare.
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