Le fashion week dedicate alla moda maschile proiettano visioni plastiche sul prossimo autunno/inverno 2019-2020. Una delle tendenze più osservate sulle passerelle di Londra, Firenze, Milano e Parigi è proprio quella dedicata all’utilizzo, dall’eco al non riciclabile, del materiale più discusso del XX e XXI secolo.

Maestri della provocazione e interpreti di un’estetica che lascia spalancata la porta del confronto, i designer londinesi hanno disegnato sulle passerelle della moda uomo di Londra un guerriero urbano tra il punk e il futuristico. Corazzato di un’armatura di fluttuanti polimeri colorati per Craig Green, e rigidi scudi trasparenti per A Cold Wall, in entrambi i casi si fa portatore di un messaggio: se vogliamo una moda durevole, vestiamoci di tessuti (quasi) indistruttibili. Il concetto è valido fatto salvo il costo in termini di inquinamento per la produzione degli stessi. La brillantezza delle cromie, o la loro capacità di rendersi opache e uniformi, nel primo si traduce in completi con felpe e pantaloni goffrati, da accompagnare con mantelle e copricapo lisci simil sacco per l’immondizia; nel secondo in sovrastrutture da portare sopra a una moda tra lo sportivo e l’urban. La contraddizione è intrinseca. Il capo durevole rimanda a un immaginario antico, legato al riuso, alla tradizione e al rinnovamento, riadattabile alle tendenze con qualche toppa o una nuova fodera, mentre qui è freddo e immutabile, quasi monouso. Vezzo da stylist “solo per la sfilata”, anche le maniche in vinile trasparente del brand statunitense Private Policy.

Craig Green - Runway - LFWM January 2019pinterest
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L’accessorio per un mix & match perfetto alle proposte della capitale britannica durante la settimana della moda uomo autunno inverno 2019/2020, è la maxi borsa disegnata da Virgil Abloh per Louis Vuitton. Alla sua seconda collezione, che celebra il luxury sportswear in un trionfo di “over” e destrutturazione, il designer porta l’uomo della maison francese tra le strade della New York dei graffiti; le borse, a tinte fluo e sicuro oggetto cult anche per la donna, si illuminano, mettendo a fuoco il background della sfilata: cassonetti e pareti imbrattate.

Louis Vuitton : Runway - Paris Fashion Week - Menswear F/W 2019-2020pinterest
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La moda uomo fw 19/20 di Parigi ha visto tocchi di vinile anche nelle collezioni di Facetasm, che lo ha scelto per proteggere le maniche di una giacca (una sola su tutta la collezione, in pieno spirito consumistico anni Ottanta), di Undercover, che seguendo il trend già avviato per la collezione primavera estate 2019, lo ha inserito in una mantella antipioggia e per alcuni dettagli indossati dai suoi moschettieri romantici e maledetti, e, ancora da Off-White, che tra caschi, stampe, frange, completi eleganti e bomber maxi non poteva far mancare nessun elemento per la sua proposta invernale.

Undercover: Runway - Paris Fashion Week - Menswear Spring/Summer 2019pinterest
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Più vicini alle cause green, gli stilisti italiani hanno scelto la strada del riciclo della plastica. Di ritorno a Pitti Uomo, Ecoalf ha presentato il lavoro di Tiziano Guardini, già vincitore del primo Green Carpet Award, e Ana Gimeno: una capsule collection (ancora una volta in linea con le tendenze urban-sport) no-gender e 100% sostenibile. Tutti i materiali provengono da fibre rigenerate che garantiscono proprietà tecniche sorprendenti, mentre le tinture seguono processi naturali “because there is no planet B”, come recitano le stampe su felpe, t-shirt e gonne imbottite.

Ricerca sui filati anche per Etro, che ha indicato il piumino in fibra ottenuta dal riciclo di bottiglie in plastica PET (ne occorrono 110 per ogni pezzo) come fiore all’occhiello della capsule collection “benETROessere” presentata durante la settimana della moda uomo di Milano.

Etro Presentation - Milan Men's Fashion Week Fall/Winter 2019/20pinterest
Stefania M. D'Alessandro//Getty Images

Come da tradizione, le fashion week maschili hanno acceso l’attenzione su uno dei temi che sarà protagonista delle imminenti settimane dedicate al pret-â-porter femminile. Complice una generazione di designer cresciuta tra gli anni Ottanta e Novanta, quella della plastica sta diventando una vera e propria poetica; discussa quasi più dell’utilizzo della pelliccia, se interpretata con cognizione di causa può dare alla moda nuove prospettive. A saperla leggere e spiegare ci saranno la sociologia e l’estetica.