In programma presso il Vitra Design Museum fino al 9 settembre, la mostra “Night Fever. Designing Club Culture 1960 - Today” esplora quasi sessant’anni di design, moda e architettura legati al mondo delle discoteche.

Co-curata da Jochen Eisenbrand (Vitra Design Museum), Catharine Rossi (Kingston University, Londra) e Katarina Serulus (ADAM - Brussels Design Museum), la mostra sulla storia delle discoteche è arricchita dall’allestimento firmato da Konstantin Grcic e dal progetto di lighting design di Matthias Singer.

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Vitra Design Museum
Vista della prima sala del museo. Foto Mark Niedermann

Acuti accorgimenti scenografici che richiamano il mondo delle discoteche e dei club - scritte al neon, strutture americane aeree e vetrine espositive come casse nere con maniglie a evocare i grandi loudspeaker delle discoteche - incorniciano la vasta collezione di poster, riviste, capi di abbigliamento e memorabilia raccolti dal team curatoriale in oltre 18 mesi di lavoro.

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Due viste dell’allestimento: a sinistra il tunnel d’ingresso; a destra capi di abbigliamento nell’ultima sala.
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Due arredi in mostra. A sinistra: Aliko chair, design Gianni Arnaudo per Flash Back, Borgo San Dalmazzo, Italia, 1972, Gufram. Foto courtesy Gianni Arnaudo © Andreas Sütterlin; A destra: Swivel Chair Module 400, design Roger Tallon per il Nightclub Le Garage, Parigi, 1965. Foto Thomas Dix © Vitra Design Museum

Il percorso espositivo racconta in ordine cronologico l'architettura delle discoteche, articolandosi nelle quattro sale principali del museo.

Procedendo per decenni, si passa dalle discoteche degli anni ’60, caratterizzati soprattutto dagli interni disegnati dagli esponenti dell’avanguardia radicale italiana, ai club degli anni 2000, in cui il concetto di musica nomade, grazie alla diffusione dei festival e di internet, assume grande rilevanza.

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Due viste dell’ultima sala espositiva con modellini di alcuni dei club raccontati nella mostra. Foto Mark Niedermann.

Unico grande assente è il suono a tutto volume. Come ha sottolineato il chief curator Jochen Eisenbrand durante la conferenza stampa del 15 marzo, infatti, “si è deciso di non trasformare il museo in una discoteca. Ci sembrava importante mantenere una certa distanza tra il contesto museale, che deve restare silenzioso per permettere una visita tranquilla e la totale comprensione del materiale in mostra, e quello dei nightclub, con tutta la loro energia e caos.”

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Rod Lewis
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Vincent Rosenblatt
Due opere fotografiche in mostra. In alto: Despacio Sound System, New Century Hall, Manchester International Festival, July 2013, foto © Rod Lewis; In basso: Tecnobrega #093 Tupinambá, 2016, dalla serie Tecnobrega – The Religion of Soundmachines. Metropoles Club, Belém do Pará, Brasile, foto © Vincent Rosenblatt

Per sopperire - anche se purtroppo non sembra riuscirci del tutto - a questa mancanza, nella seconda sala è stata data carta bianca a Grcic e Singer perché realizzassero un’installazione sonora immersiva. Riprendendo il concetto delle silent disco, i visitatori sono invitati a lasciarsi andare su una pista da ballo al ritmo di sonorità diverse trasmesse da cuffie appese al soffitto, mentre una coreografia di flash luminosi concepita da Singer si riflette nelle quattro pareti specchianti.

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La silent disco concepita da Konstantin Grcic e Matthias Singer nella seconda sala del museo. Foto Mark Niedermann.

Accompagnata da un denso programma culturale, che prevede conferenze - tenute da DJ, architetti e curatori - e workshop pratici - in cui realizzare il proprio mood board sonoro tramite l’utilizzo di vari sintetizzatori - la mostra dedicata alle discoteche è ripercorribile anche nel dettagliato catalogo di 400 pagine: per rivivere tutta l’energia della club culture anche comodamente seduti sul proprio divano.

www.design-museum.de/en

In apertura: Vista della prima sala della mostra. Foto Mark Niedermann © Vitra Design Museum