In programma presso il Vitra Design Museum fino al 9 settembre, la mostra “Night Fever. Designing Club Culture 1960 - Today” esplora quasi sessant’anni di design, moda e architettura legati al mondo delle discoteche.
Co-curata da Jochen Eisenbrand (Vitra Design Museum), Catharine Rossi (Kingston University, Londra) e Katarina Serulus (ADAM - Brussels Design Museum), la mostra sulla storia delle discoteche è arricchita dall’allestimento firmato da Konstantin Grcic e dal progetto di lighting design di Matthias Singer.
Acuti accorgimenti scenografici che richiamano il mondo delle discoteche e dei club - scritte al neon, strutture americane aeree e vetrine espositive come casse nere con maniglie a evocare i grandi loudspeaker delle discoteche - incorniciano la vasta collezione di poster, riviste, capi di abbigliamento e memorabilia raccolti dal team curatoriale in oltre 18 mesi di lavoro.
Il percorso espositivo racconta in ordine cronologico l'architettura delle discoteche, articolandosi nelle quattro sale principali del museo.
Procedendo per decenni, si passa dalle discoteche degli anni ’60, caratterizzati soprattutto dagli interni disegnati dagli esponenti dell’avanguardia radicale italiana, ai club degli anni 2000, in cui il concetto di musica nomade, grazie alla diffusione dei festival e di internet, assume grande rilevanza.
Unico grande assente è il suono a tutto volume. Come ha sottolineato il chief curator Jochen Eisenbrand durante la conferenza stampa del 15 marzo, infatti, “si è deciso di non trasformare il museo in una discoteca. Ci sembrava importante mantenere una certa distanza tra il contesto museale, che deve restare silenzioso per permettere una visita tranquilla e la totale comprensione del materiale in mostra, e quello dei nightclub, con tutta la loro energia e caos.”
Per sopperire - anche se purtroppo non sembra riuscirci del tutto - a questa mancanza, nella seconda sala è stata data carta bianca a Grcic e Singer perché realizzassero un’installazione sonora immersiva. Riprendendo il concetto delle silent disco, i visitatori sono invitati a lasciarsi andare su una pista da ballo al ritmo di sonorità diverse trasmesse da cuffie appese al soffitto, mentre una coreografia di flash luminosi concepita da Singer si riflette nelle quattro pareti specchianti.
Accompagnata da un denso programma culturale, che prevede conferenze - tenute da DJ, architetti e curatori - e workshop pratici - in cui realizzare il proprio mood board sonoro tramite l’utilizzo di vari sintetizzatori - la mostra dedicata alle discoteche è ripercorribile anche nel dettagliato catalogo di 400 pagine: per rivivere tutta l’energia della club culture anche comodamente seduti sul proprio divano.
In apertura: Vista della prima sala della mostra. Foto Mark Niedermann © Vitra Design Museum