Dai campi ai vasi, il movimento Slow Flower sta lentamente raggiungendo l'Europa meridionale con tante iniziative botaniche. Per la gioia di tutti i flower designer alla ricerca di fioriture autentiche, piene di carattere, imperfezioni e profumi.

Con la complicità della scrittrice americana Debra Prinzing - tra gli iniziatori del movimento Slow Flower negli Stati Uniti - di Erin Benzakein - fondatrice della flower farm americana Floret - e di Terry & Katie - dello studio floreale Worm di Londra - guardiamo alle origini del movimento e all'energia che sempre più unisce coltivatori e designer.

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A sinistra: Parete con piante essiccate. A destra: Corona di foglie di palma essiccate. Foto courtesy Worm © Kristen Perers

Sembra che tutto sia iniziato nel 2007 quando la scrittrice americana Amy Stewart ha pubblicato il suo libro Flower Confidential: The Good, the Bad and the Beautiful.

Dall'Olanda alla California, fino all'Ecuador, l'autrice ha esplorato il dietro le quinte dell'industria floreale globalizzata, svelando le incongruenze di un business costruito sulla coltivazione di fiori a prezzi stracciati, inquinamento e condizioni di lavoro ingiuste.

Per molti, il libro è stato una sorta di scossa elettrica, un momento di riflessione tanto tempestivo quanto necessario. Anche perché, in quegli anni, il movimento Slow Food stava dimostrando che le cose potevano essere fatte diversamente, mettendo in discussione le controverse abitudini dell'industria alimentare.

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Terry & Katie, dello studio Worm, trasportano cestini pieni di piante selvatiche dopo una giornata di raccolta nella campagna inglese. Foto courtesy Worm © Kristen Perers

Seguendo le orme dei pionieri del movimento alimentare globale, nel 2014 la scrittrice di Seattle Debra Prinzing ha fondato slowflowers.com.

L'iniziativa, che lei descrive come una "comunità inclusiva", mira a sostenere una filiera corta, collegando agricoltori, fioristi, negozi e clienti.

"La nostra missione", spiega, "è cambiare le pratiche di approvvigionamento dei fiori da parte di consumatori e professionisti, attraverso azioni di sensibilizzazione ed educazione, mettendo in evidenza i benefici dell'agricoltura floreale locale e stagionale”.

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Un’installazione floreale realizzata in occasione del lancio della collezione Spring Summer 2018 del marchio inglese Marks & Spencer. Foto courtesy Worm

Vero movimento dal basso, la filosofia Slow Flower deve molto anche all'aumento dell'uso dei social media, che l’hanno aiutata a diffondersi rapidamente e organicamente. Prima negli Stati Uniti e poi in Australia e Regno Unito.

Ricco di immagini evocative - scattate sia da coltivatori amatoriali che da flower designer professionisti, come lo studio botanico PYRUS di base a Edimburgo - Instagram è diventato il ricettacolo del movimento e ha partecipato ampiamente al suo successo.

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Gli allestimenti e le consulenze per matrimoni rappresentano un aspetto importante del mercato floreale. Foto courtesy Worm

Forse perché "i fiori di stagione hanno una storia da raccontare", come suggerisce la coltivatrice di fiori Erin Benzakein. Una storia sul riavvicinamento alla natura che seduce molte persone.

"Aiuta che i consumatori, in particolare i millennial, vogliano sapere sempre più come, dove e chi ha prodotto quello che stanno comprando", continua Benzakein.

Quindi, in modo del tutto naturale, "i coltivatori più esperti hanno risposto condividendo le loro storie".

Una spiegazione che sembra trovare risonanza nelle parole di Terry & Katie dello studio floreale Worm, che affermano: "Seguiamo molti coltivatori di fiori locali, ed è bello poterli vedere al lavoro prima che i loro semi arrivino alla nostra porta. Le persone amano sapere da dove vengono i loro fiori. Se siamo in grado di raccontare la storia di un fiore, che sia cresciuto in una fattoria in Cornovaglia o che sia stato essiccato nel nostro studio, la gente lo adora. Lo rende più speciale."

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A sinistra: Una sacca contenente piante e fiori selvatici raccolti durante una giornata di raccolta. Foto courtesy Worm © Kristen Perers. A detra: Ritratto di Katie & Terry, dello studio Worm. Foto courtesy Worm © Chiron Cole

I processi di conservazione, come l'essiccazione, sono una delle soluzioni che Terry & Katie hanno sviluppato per poter affrontare l'inverno, poiché le condizioni della stagione fredda la rendono "meno stimolante in termini di fioriture, a meno che non si facciano acquisti dall'estero. La maggior parte dei nostri design natalizi, per esempio, sono un misto di pini locali e fiori secchi delle stagioni più soleggiate", sottolineano.

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Un’installazione elegante e minimalista fatta di rami di ciliegio. Foto courtesy Worm

Costantemente alla ricerca di ingredienti botanici coltivati localmente, le due creative spiegano di essere attratte "dalla semplicità di come qualcosa di essenziale come un ramo di fiori possa essere apprezzato come un design floreale".

Mescolando fasci di Lunaria con baccelli di papavero, gli arrangiamenti di WORM esplorano la stagionalità e la transitorietà. Presentati in una palette di delicati colori pastello - che vanno dal rosa cipria al verde pallido - le loro composizioni floreali includono regolarmente anche forme scultoree di foglie di palma tinte e soffici erbe selvatiche.

Guardando al lavoro e alla passione di tutti questi professionisti - dai coltivatori ai designer - sembra che stiamo effettivamente assistendo all'inizio - o forse alla continuazione - di una rivoluzione floreale. Un cambiamento significativo, guidato principalmente da donne, che influisce sul modo in cui guardiamo alla bellezza e al consumo.

In apertura: SETTING PRIMAVERILE CON RAMI DI MAGNOLIA. FOTO COURTESY WORM