Torna per la seconda volta l'appuntamento con la London Design Biennale, dopo il grande successo nel 2016, e l'obiettivo di quest'anno si intuisce già dal tema della kermesse “Emotional States”: il design influenza ogni aspetto delle nostre vite? Che rapporto c'è tra design, risposte emotive e bisogni sociali?

Durante la conferenza di apertura della London Design Biennale 2018, il direttore artistico Christopher Turner, ha esordito così: “Viviamo in tempi turbolenti e polarizzati, dove è necessario esplorare il modo in cui il design influenza le emozioni, per andare oltre la pura esperienza estetica o un obiettivo commerciale, e raggiungere con l’esperienza umana un senso di comunità, attraverso un design responsabile.
Sensibilizzare le persone dunque, andare oltre i confini che fino a qualche decennio fa lasciavano percepire il design come uno strumento per creare oggetti che facilitassero semplicemente la vita e la realtà domestica e abitativa dell'uomo, per renderlo oggi come mai prima d'ora un importante strumento di comunicazione per tematiche come il rispetto dell'ambiente, la pace, l'impegno politico, la protezione delle minoranze, l'importanza della riflessione".

A partecipare alla Biennale del Design di Londra 2018 saranno oltre 40 Paesi, città e territori che porteranno visioni e stati emotivi dentro le mura della Somerset House.

Molte delle installazioni sono state curate da alcuni dei più prestigiosi musei e istituzioni di design del mondo - incluso il V&A, il Cooper Hewitt Smithsonian, la Triennale, Milano, e i musei del Qatar.

Ecco tutti quello che della London Design Biennale 2018 proprio non potete perdere.

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Ed Reeve

Entrare nella foresta impenetrabile dell'Argentina

Per lungo tempo, la regione “El Impenetrable”, situata nel nord dell'Argentina nel cuore della pianura del Chaco, è stata (e continua ad essere) la casa degli Wichi, uno dei più antichi gruppi etnici della regione, esperti nella tessitura di forme geometriche, un'antichissima tradizione considerata sacra dalla comunità nativa.

L'installazione, realizzata da TRImarchi Collective (la designer tessile Sol Marinucci e gli architetti dello studio Fluo: Javier Serena, Ariel Jinchuck) in collaborazione con un gruppo di artigiani Wichi, è un labirinto sensoriale che evoca trame, suoni e profumi della foresta Atlantica e rappresenta la celebrazione di una storia di auto sostenibilità.

I pezzi esposti sono creati interamente attraverso una tecnica tessile chiamata “chaguar”, ispirata alla forma di alcune piante forestali non legnose con foglie sempreverdi a forma di spada che si trovano nelle aree sudamericane e appartengono alla famiglia delle Bromeliaceae.

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Ed Reeve

Farsi ammaliare dall'arcobaleno gay friendly dell'Australia

L'ispirazione per l'installazione firmata dal designer Flynn Talbot, è arrivata poco prima di Natale 2017 quando, dopo un decennio di aspro dibattito, l'Australia è diventata il 26° paese a legalizzare il matrimonio tra persone dello stesso sesso. Il designer, ha cercato di catturare alcuni istanti di questa fugace emozione, avvalendosi della luce.

Entrando nello spazio, ci si trova davanti ad una struttura circolare, sulla quale sono stati montati 150 fili di luce a fibre ottiche, ciascuno con un colore diverso. I visitatori possono toccarli, camminarci attraverso, oppure possono semplicemente restare fermi all'interno dello spazio ed essere circondati da un arcobaleno stupefacente.

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Ed Reeve

Scoprire l'architettura degli alberi di tutto il mondo nell'installazione italiana

Mentre studiava architettura a Firenze nei primi anni '60, Cesare Leonardi rimase colpito dalla ricca vegetazione delle colline circostanti e dagli alberi monumentali presenti nei parchi della città. Si rese presto conto che i progettisti del paesaggio avevano a quei tempi poche risorse per comprendere al meglio gli alberi, elementi strutturali che comparivano continuamente nei loro progetti. I libri che esistevano erano legati ad argomenti di natura botanica e risultavano di scarsa utilità ai fini del design. Così, per fornire questo strumento mancante, lui e la sua partner di lavoro Franca Stagi hanno condotto uno studio sistematico durato 20 anni sugli alberi, viaggiando in lungo e in largo per l'Italia, e alla fine estendendo la loro ricerca ad altri paesi europei e all'America centrale. Hanno fotografato ogni esemplare che ritenevano essere rappresentativo della sua specie, prima di ridisegnarlo in scala 1:100 e pubblicarne un libro, nel 1982. Il disegno era un processo interpretativo che raramente consisteva semplicemente nel copiare la fotografia, e ogni albero è stato rappresentato con la sua duplice natura: quella invernale, spoglio e rinsecchito, e quella primaverile, ricco di foglie e frutti. 24 di questi disegni sono stati raccolti dalla Triennale di Milano e presentati alla Biennale del Design di Londra.

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Ed Reeve


Disobbedire ai confini del design dentro l'installazione della Grecia

Si chiama ΑΝΥΠΑΚΟΗ la stupefacente installazione ideata da Studio Ini e posizionata nel cortile interno della Somerset House. Passando di lì è impossibile non notarla, poiché si tratta di un muro lungo 17 metri costituito da uno scheletro di acciaio e plastica riciclata che si flette, si muove e respira intorno al corpo umano di coloro che vi si avvicinano. I visitatori infatti, possono transitare attraverso questo serpente meccanico e, mentre camminano, sperimentano “la pelle” del muro che si trasforma in risposta ai loro movimenti. Così, superano il confine e passano dall'essere osservatori ad essere attori che decidono come trasformare la struttura che li ospita. “La disobbedienza per superare i confini è un tema che è stato spesso utilizzato nel corso della storia per descrivere il temperamento dei greci, dal racconto ammonitore di Icaro, ad Antigone, a Prometeo, la mitologia greca mostra un eroe che disobbedisce agli dei ma obbedisce al suo obbligo morale per l'umanità e crea opportunità per il suo progresso personale”, racconta Studio Ini. E quello della disobbedienza rimane oggi un tema importante per la Grecia in un momento in cui il Paese è in procinto di reinventarsi. Così come gli scienziati scoprono nuove invenzioni disobbedendo alle supposizioni dei loro predecessori, i bambini imparano disobbedendo ai confini messi dai loro genitori, i designer creano oggetti disobbedendo alle regole.

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Ed Reeve

Entrare nel tunnel multicolor di una cittadina in Guatemala

L'installazione del Guatemala progettata e sviluppata da Olivero Bland Studio è un'illusione ottica composta da un gruppo fluttuante di forme geometriche contemporanee che scendono dal soffitto e ricordano le case multicolori della città di Santa Catarina Palopó. Ad abbracciare le miniature, due grandi pareti (una color avorio e una multicolor) realizzate utilizzando tessuti locali riadattati, che evocano i paesaggi naturali e le montagne vulcaniche che circondano il centro urbano.
Il padiglione racconta la storia di Pintando Santa Catarina Palopó, un'iniziativa ideata da due abitanti locali, Harris e Melissa Whitbeck, allo scopo di trasformare una città impoverita sul lago Atitlán in un'opera d'arte monumentale. Gli sforzi di progettazione sono stati guidato da Olivero Bland Studio e hanno coinvolto un team di designer, architetti e leader locali che hanno collaborato con la comunità per dipingere le 800 case della città usando modelli ispirati ai tessuti del luogo. L'intenzione, è quella di incrementare il turismo dando vita ad un paesaggio urbano bello da guardare e generando un senso di orgoglio civico nelle anime di coloro che la abitano.

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Ed Reeve


Farsi un selfie con filtro “opera d'arte” al padiglione degli Stati Uniti

Nell'installazione Face Values presentata da Cooper Hewitt, Smithsonian Design Museum, i dati facciali di chi vi si siete di fronte diventano la base di immagini grafiche dinamiche e conversazioni provocatorie tra uomo e macchina. I visitatori sono invitati sedersi di fronte a un baldacchino di ance sintetiche disegnate da Matter Architecture Practice e ad esprimere emozioni e trasformare la loro identità interagendo con le opere digitali originali degli artisti R. Luke DuBois e Zachary Lieberman che si mescolano all'immagine del loro volto, come fossero un filtro di Snapchat.
Il padiglione ha lo scopo di esplorare e mostrare al pubblico gli usi alternativi delle tecnologie che vengono tipicamente utilizzate per la sicurezza, la sorveglianza e la profilazione comportamentale della società. Mentre le identità si mescolano, si fondono e si riconfigurano, i visitatori possono notare come i loro movimenti facciali controllino le telecamere e come il software gli possa permettere di usare i loro volti in modi non familiari per produrre risultati inattesi, sovvertendo i codici e le abitudini dell'espressione emotiva. I risultati verranno mostrati su schermi, che saranno gradualmente popolati con un archivio di immagini uniche.

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Ed Reeve

Ascoltare le storie delle tessitrici pakistane raccontata da una cascata di indumenti interattiva

Le donne costituiscono una parte importante del mezzo milione di raccoglitori di cotone in Pakistan, il quarto produttore di cotone al mondo dove l'industria tessile è il più grande datore di lavoro nella produzione pakistana. Questa installazione si chiama Aangan celebra il ruolo cruciale delle donne, in gran parte non riconosciuto in questo settore. Mostra il contesto sociale in cui vengono prodotti molti dei capi che ogni giorno noi indossiamo, all'interno di un'installazione composta da una cascata di indumenti cuciti e ricamati a mano da donne artigiane, come un'elica che cade dal cielo verso la terra. Rispondendo ai movimenti dello spettatore, gli indumenti si trasformano in una tela dal vivo, che mostra proiezioni che rivelano le storie umane dei creatori. I capi si animano di parole e immagini in movimento, offrendo uno sguardo nel mondo interiore delle artigiane locali.

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Ed Reeve

Scoprire perché nello spazio degli Emirati Arabi Uniti il tempo è soggettivo

Una ripetizione di clessidre, disposte in file parallele, appaiono sospese a mezz'aria e ruotano a intermittenza. È il progetto dello studio Tinkah Designers che esplora il legame dell'uomo con il tempo, e più contestualmente approfondisce la rapida crescita degli EAU. “La sabbia che riempie le clessidre è il materiale più presente negli Emirati Arabi, e il tema del tempo soggettivo riflette il nostro senso di orgoglio verso una nazione che in meno di mezzo secolo ha trasformato vaste distese di deserto in uno skyline urbano in continua evoluzione”, spiega lo studio. “Il Paese è in costante stato di movimento, e ha raggiunto traguardi che nessuno riteneva possibile, il che crea l'effetto di far sembrare il tempo più lento e più tangibile. Però, il tempo è controllabile fino a un certo punto, e spesso è anche fugace. In gioventù, un anno sembra per sempre, ma man mano che si cresce, passa un decennio in un clic” conclude.

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Ed Reeve

Sentirsi protetti e al sicuro nella casa senza mura della Turchia

Il padiglione ideato dagli architetti Tabanlıoğlu inizia con l'idea più elementare di una casa: una forma cubica creata per mezzo di una serie di barre bianche e un semplice bordo che delimita i limiti della casa e posizionata nel cortile interno della Somerset House. Gli spazi tra le aste conferiscono una semi-trasparenza alla struttura, attirando i visitatori ma permettendo anche alla casa di dissolversi in prospettiva, se si mischia all'ambiente in cui è inserita. Le pareti, e la casa stessa, sono percepite dall'occhio di chi le osserva come illusorie. Una volta che i visitatori entrano nella struttura pero', essa assume il ruolo familiare di un rifugio. Un divano è collocato nel cuore dello spazio, che Tabanlıoğlu descrive come "come il grembo di una madre", e qui si trova un luogo dove i visitatori vorranno trascorrere del tempo, rilassarsi e socializzare. L'installazione, esplora il significato emotivo della casa in un'epoca di vita sempre più transitoria.
“Casa” per qualcuno può significare un oggetto, un telefonino pieno di immagini, un album di fotografie, un luogo senza quattro mura di cemento, dove però, sentirsi protetti e al sicuro.

La London Design Biennale è in mostra dal 4 al 23 Settembre 2018.
www.somersethouse.org.uk

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Valentina Mariani

UK Contributing Editor di elledecor.it, vivo a Londra da 7 anni e scrivo di moda, arte, design e architettura. La parte che preferisco del mio lavoro di giornalista sono le interviste. Nella maggior parte dei casi, sia che si tratti di stilisti, architetti, interior designer, artisti, o chef, dopo i primi dieci minuti si trasformano in lunghe chiacchierate variopinte. Quasi come se fossimo amici da sempre.  


Su Instagram mi trovate con il profilo @valentinamarianigram