A fare da protagonista alla reception al primo piano dell'iconico ME Hotel nei giorni di London Design Festival, arriva Drop in the Ocean, un'installazione suggestiva realizzata dall'artista Brodie Neill che esplora il tema globale dell'inquinamento oceanico attraverso il design contemporaneo.

Al centro di un atrio alto più di 30 metri si trova una piccola “piscina”: un plinto bianco dalla forma circolare che somiglia ad un tavolino da caffè e che ospita al suo interno dell'acqua che scende, goccia dopo goccia, da un apparato montato appositamente sul soffitto. La piccola “piscina”, composta da un materiale che lui chiama Ocean Terrazzo, è stata realizzata incorporando pezzi di rifiuti plastici e resina. Alle pareti, che si restringono nella parte alta della sala che assume una forma prismatica, sono proiettate immagini di onde che evocano l'oceano.

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Per capire come sia nata quest'idea, abbiamo incontrato l'artista in occasione dell'opening, e ci siamo fatti raccontare nel dietro le quinte e i suoi obiettivi presenti e futuri.

Un'installazione che esplora la problematica dei rifiuti di plastica negli oceani. Come ti è venuta l'idea?
Drop in the Ocean non è altro che la continuazione del mio lavoro che porta l'attenzione sul tema dell'inquinamento e dell'upcycling, dei flussi di rifiuti, e di come essi potrebbero essere utilizzati per creare materiali innovativi. Esattamente un anno fa, mi trovavo in questa sala del ME Hotel, e la sua particolare forma mi colpì subito e riuscì ad ispirarmi nel creare un'installazione che mi permettesse di sfruttare sia l'altezza unica dello spazio che i videoproiettori presenti. Volevo realizzare qualcosa di memorabile, che sensibilizzasse il pubblico sul tema in maniera efficace e immediata.

Così, è nata un'esperienza multi-sensoriale che mostra al mondo il potere di una singola goccia d'acqua che cade, si ingrandisce, e diventa un'onda potentissima...
Sì. Il pubblico vedrà una goccia d'acqua cadere dall'alto dell'atrio ogni 10 minuti, dentro una piccola piscina bianca. L'ondeggiamento dell'acqua scorrerà al bordo e si accumulerà in un'onda che, simultaneamente, verrà proiettata con delle immagini dell'oceano sulle pareti dell'atrio.

La “piscina” è realizzata con rifiuti e resina. Ci racconti il processo produttivo?
Ho lavorato al progetto sin dall'inizio con una rete internazionale di gruppi di pulizia delle spiagge, agenzie di protezione delle coste e volontari per raccogliere piccoli frammenti di plastica che si ritrovano ogni giorno sulle spiagge di tutto il mondo. Grazie a questi rifiuti ho costruito una specie di “contenitore” che rappresenta tutti gli oggetti che oggi inquinano i mari.

Water, Room, Space, Art, pinterest
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Quale reazione ti aspetti dal pubblico?
Spero che i visitatori possano vivere un'esperienza immersiva. Vorrei anche che il pubblico riflettesse sull'effetto che l'inquinamento plastico sta avendo sui nostri oceani e sulla vita marina. Entro il 2025, avremo più plastica nei nostri oceani che pesci, ed è nostra responsabilità intervenire. Proprio come una singola goccia d'acqua può costruire su una potente onda, una piccola azione realizzata da ognuno di noi per proteggere i nostri oceani può avere conseguenze monumentali.

Design per il sociale, dunque. È questo il futuro?
Sì. Il design deve assumere un ruolo guida nei problemi reali che affrontiamo ogni giorno, come una vera comunità globale. I progettisti, forse più di chiunque altro, hanno il potere di influenzare e modificare il modo in cui le persone interagiscono con la natura e con l'ambiente creato dall'uomo stesso. Ogni sfida di progettazione e ogni ostacolo possono essere risolti prendendo ispirazione dal mondo naturale che ci circonda. La natura è una vera e propria enciclopedia di progettazione evolutiva, anche se spesso non ce ne accorgiamo.

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L'argomento, che sta molto a cuore al designer australiano, era stato da lui precedentemente affrontato lo scorso settembre in occasione della London Design Biennale, attraverso un grande tavolo realizzato con lo stesso materiale composto da rifiuti e resina, e posizionato all'interno del padiglione del suo Paese d'origine, l'Australia.

Nella hall accanto agli ascensori dell'albergo è anche posizionata una panca, realizzata con la stessa tecnica. Entrambi i pezzi fanno parte della collezione lanciata dall'artista che prende il nome di Flotsam.

L'installazione è visitabile gratuitamente da lunedì a domenica dalle 12 alle 15.30 e dalle 18.30 alle 21.00, l'ingresso è gratuito.

Per info:

londondesignfestival.com

In apertura: BRODIE NEILL, FURNITURE DESIGNER AUSTRALIANO, HA REALIZZATO L'INSTALLAZIONE DROP IN THE OCEAN. NELLA FOTO POSA DI FRONTE A UN PEZZO CHE FA PARTE DELLA COLLEZIONE FLOTSAM, REALIZZATA CON UN MATERIALE CHE LUI CHIAMA OCEAN TERRAZZO, OTTENUTO INCORPORANDO RIFIUTI PLASTICI TROVATI NEGLI OCEANI E RESINA.

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Valentina Mariani

UK Contributing Editor di elledecor.it, vivo a Londra da 7 anni e scrivo di moda, arte, design e architettura. La parte che preferisco del mio lavoro di giornalista sono le interviste. Nella maggior parte dei casi, sia che si tratti di stilisti, architetti, interior designer, artisti, o chef, dopo i primi dieci minuti si trasformano in lunghe chiacchierate variopinte. Quasi come se fossimo amici da sempre.  


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