Kanye West è un grande appassionato di architettura

In realtà è un grande appassionato di molte cose, o quantomeno ogni volta che si relaziona ad un tema fa parlare di sé.

Così, il suo recente ritorno sulle scene di Twitter ha fatto discutere per le rinnovate espressioni di stima reciproca con Donald Trump, ma anche per la sua visita al Southern California Institute of Architecture, dove ha incontrato la scrittrice conservatrice Candace Owens e il fondatore di Turning Point USA, Charlie Kirk.

Con loro, Kanye West ha visitato lo Spring Show della scuola SCI-Arc (che è aperto al pubblico), ha esaminato alcuni lavori degli studenti e imparato a conoscere la desalinizzazione.

Sebbene la ragione della loro visita sia attualmente sconosciuta, West è da sempre un paladino dell'architettura.

In un’intervista alla BBC di qualche anno fa il rapper, che non ha mai nascosto di avere una smisurata considerazione di sé, raccontava a Zane Lowe di come avesse intenzione di espandere il suo campo creativo oltre la musica e la moda.

“Voglio fare un prodotto, sono una persona creativa. Non solo abbigliamento ma design di bottiglie d'acqua, architettura ... Faccio musica ma non dovrei limitarmi a un tipo creatività alla volta”.

E ancora, nel 2013, accettò l'invito della African American Union Students alla Harvard Graduate School of Design a Cambridge, nel Massachusetts, esponendo una sorta di manifesto dell’architettura secondo Kanye West di cui rimase celebre la frase: “Credo davvero che il mondo possa essere salvato attraverso il design e che tutto debba effettivamente essere ‘architettato’”.

Una frase che sollevò un dibattito più ampio sul razzismo e il sessimo in architettura, in cui i bianchi costituiscono il 93% degli architetti, mentre meno del 2% sono afroamericani, in cui è stata respinta la richiesta dell’architetto Denise Scott Brown di vedere riconosciuto anche a lei il Premio Pritzker conferito al suo co-progettista e marito Robert Venturi.

Tuttavia, le tante barriere di accesso a una carriera in architettura (tra le quali non da poco un corso di studi che prevede diverse ore di praticantato) non hanno completamente escluso West da questo mondo: al Festival di Cannes del 2012, Kanye West ha esordito con il suo video Cruel Summer su un padiglione a sette schermi progettato dalla sua agenzia creativa, DONDA, in collaborazione con OMA, lo studio di architettura fondato da Rem Koolhaas.

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E ancora, Kanye West ha parlato suo amore per Le Corbusier, dichiarando al New York Times che proprio una lampada disegnata dal maestro francese avrebbe ispirato il suo album Yeezus, e sta collaborando con architetti emergenti come David Benjamin di Living Architecture Lab della Graduate School of Architecture della Columbia University.

Come produttore, curatore e musicista, ha un grande senso del ritmo e del riferimento: due delle considerazioni più importanti che fa un architetto quando deve progettare un edificio che si adatti al contesto. My Beautiful Dark Twisted Fantasy è la prova che West può realizzare un progetto epico assemblando un gruppo di collaboratori, mentre Yeezus è un determinato esercizio minimalista.

Ancora più importante, Kanye West ha lo stile di un architetto ambizioso e intransigente, con un ego paragonabile a quello di un’archistar.

E nonostante non sappia usare AutoCAD, parla con cognizione di causa delle forze che impediscono alle minoranze di aiutare a progettare le città in cui vivono, quindi perché non dovrebbe prendere in considerazione l’idea di progettare la prossima generazione moduli abitativi a Chicago, o in altre zone degli Stati Uniti? E rispondere a chi lo accusa di non essere un architetto “Who gon stop me huh?”

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Carlotta Marelli

Managing Editor di elledecor.it, ho trasformato la mia laurea in architettura al Politecnico di Milano in una lente per guardare (e raccontare) il mondo. Con una particolare attenzione per chi progetta gli spazi e gli oggetti che diamo per scontati: dalle porzioni di città meno note alle scenografie di un film, fino ai pezzi di design che fanno da sfondo ai post che scorrono nei nostri feed Instagram.  Su Instagram posto ricordi come @carlotta_marelli e spazi esageratamente decorati come @bye_minimalism.