Incontaminato dal 1967, il Bar Basso di Milano accoglie ogni anno alcuni dei più grandi designer, architetti e artisti del mondo per il FuoriSalone.

Indirizzo per sorseggiare cocktail e chiacchierare con i colleghi designer durante la settimana più affollata della città, lo storico bar è rimasto fedele ai suoi interni e al suo aperitivo per oltre 50 anni. Dopo tutto, è il luogo di nascita del Negroni sbagliato, la versione più leggera del famoso cocktail che sostituisce il gin con le bollicine del prosecco.

A questa edizione della Milano Design Week, tuttavia, i visitatori trovano qualcosa di diverso: lo studio canadese Gabriel Scott ha collaborato con il proprietario Maurizio Stocchetto in una collaborazione esclusiva per esporre le loro ultime novità nel design della luce, ispirate al locale notturno.

Abbracciando l'identità del Bar Basso, sembrerebbe che Gabriel Kakon e Scott Richler abbiano un debole per cogliere l’essenza di un ambiente. Ci siamo seduti a un tavolino del Bar Basso con Gabriel Kakon per parlare del progetto, di cosa significa Milano per loro e a cosa stanno lavorando.

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Ci racconti del vostro progetto per il Bar Basso e di come è nata l’idea?

L'idea è nata in modo molto naturale, l'anno scorso abbiamo fatto Euroluce ed è stato fantastico. Come la maggior parte degli altri visitatori del Salone e del FuoriSalone di Milano, una sera abbiamo trovato la nostra strada verso il Bar Basso una sera e ne parliamo ancora oggi. È stata un'esperienza così piacevole connettersi con persone vicine e lontane. Sei sempre così occupato o semplicemente non ci sei - voglio dire, stai pur sempre gestendo un’impresa!

Quindi, essere in grado di sedersi e chiacchierare con i colleghi del settore e tutte quelle persone di cui hai sentito parlare molto, è un'esperienza memorabile in mezzo al caos del Salone di Milano.

È stato un bel ricordo e quest’anno volevamo partecipare al FuoriSalone di Milano, quindi è stato il nostro primo pensiero. Avevamo preso una decisione, si trattava solo di trovare un modo per farlo accadere.

Connettersi con Maurizio è stato davvero facile. È abituato a stare vicino ai designer e a collaborare con altre persone, perché ha questa immagine che porta in giro per il mondo. Ma questa era la prima volta che qualcuno entrava nel suo territorio. La sua flessibilità e apertura ci ha permesso di esplorare davvero tutte le opportunità disponibili ed è stato anche una fonte inesauribile di racconti straordinari degli ultimi 30 anni con tutte queste leggende che sono i suoi amici personali.

In termini di progetto della vetrina, i toni erano una scelta naturale. Quel rosa milanese desaturato è ovunque, dalle pareti all'arredamento, fino alle bevande stesse. Quindi il rame satinato e il vetro alabastro soffiato a mano erano davvero perfetti per riflettere l’iconico Negroni sbagliato.

Volevamo che fosse intelligente e semplice, da trattare con cura, capace di adattarsi e di buon gusto.

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È la prima volta che il Bar Basso collabora a un progetto come questo, nonostante la sua straordinaria presenza durante la Milano Design Week. Cosa significava per voi fare effettivamente l'installazione al Bar Basso piuttosto che in fiera o in un altro distretto del design?

Penso che fare qualcosa del genere fuori sede, in qualche negozio in un altro distretto, non abbia quel fascino che ha il Bar Basso. Oltre all’esposizione, c'è qualcosa qui che ha un po’ più di consistenza, e tutto sta insieme in maniera armonica. Prima abbiamo scelto il luogo, poi siamo venuti per incontrare Maurizio. Abbiamo pensato che, poiché non nessuno l’aveva mai fatto, non ci sarebbe stato modo di convincerlo. Ma, sorprendentemente, era completamente d’accordo.

Da quanti anni partecipate alla Milano Design Week?

L'anno scorso è stata la nostra prima volta al Salone del Mobile!

Cosa offre questo evento, e questo contesto, che non trovate in Nord America o alla New York Design Week?

Ci sono molte cose che non trovi a New York. Questa è davvero la piattaforma internazionale per il design: il Super Bowl del design, per così dire. A New York la Design Week è un mese di design con piccoli eventi sia prima che dopo. Qui, ci sono un inizio e una fine molto definiti, ed è una settimana solida in cui tutti si presentano.

Anche in senso più ampio, questa regione ha una cultura del mobile che semplicemente non esiste in Nord America. Anche se luoghi come Brooklyn stanno iniziando a mostrare i segni di questa tradizione artigianale, storicamente parlando, l'Europa e l'Italia hanno una tradizione di produzione e artigianato. Qui sei nel centro del “fare”.

Ci racconti del vostro processo di progettazione, dall'ideazione alla creazione? Tu e Scott siete attivi in tutti gli aspetti o vi dividete ruoli e responsabilità?

Tutto inizia con un’idea tradotta in uno schizzo e quindi inizia a prendere forma. Quando diventa più tecnico, le responsabilità sono divise e tutti lavorano curando gli aspetti in cui sono più bravi. C'è però un momento unanime, quando il progetto assume un’identità, da cui tutto inizia a sbrogliarsi. Parte della produzione avviene in Canada, dove disponiamo di grandi risorse industriali, quindi quando prototipiamo possiamo vedere i risultati entro una settimana e da lì partire con il perfezionamento. Ma c'è sempre quel momento, quella scintilla, quando tutti i componenti si uniscono e noi iniziamo ad entusiasmarci.

Avete iniziato con l’illuminazione per poi aprivi anche alla produzione di mobili, sedie e sgabelli. Cosa riserva il futuro a Gabriel Scott?

Ogni giovane azienda arriva al punto in cui inizia a mettere in discussione in quale direzione è diretta. Ora abbiamo quasi sei anni e questo processo inizia a spingerci verso nuove direzioni in termini di prodotti e crescita in tutto il mondo. Stiamo lavorando per espandere le nostre collezioni, ma sempre con un elemento modulare che ci consente di rispondere a richieste personalizzate. Ovviamente, con l'illuminazione è molto più semplice, ma con i mobili può diventare un po’ complicato.

Abbiamo anche un grande flagship store a New York, e siamo sempre alla ricerca di nuovi territori.

Ci sono altre installazioni, spazi o designer che non vedete l'ora di vedere quest’anno?

Ci piacerebbe vedere l'installazione di cc-tapis e le loro novità firmate Patricia Urquiola, Bethan Laura Wood, Ludovica + Roberto Palomba, Elena Salmistraro, Mae Engelgeer, Rooms Studio, Chiara Andreatti e Studiopepe.

17-22 aprile 2018
Bar Basso
Via Plinio 39