La Danish Arts Foundation torna al Chiostro piccolo di San Simpliciano con la mostra Mindcraft, che porta in scena il meglio del design danese durante la Milano Design Week. Il tema è quello dell'essenza del design grazie al suo rapporto con l'artigianalità e gli oggetti scelti dalla curatrice Ditte Hammerstrøm pongono l'enfasi sull'impegno manuale dei progettisti con i materiali e l'estetica.

“Ho voluto portare a Milano la scena del design sperimentale, un settore in cui la Danimarca è molto forte – spiega Ditte –. Per me è importante evidenziare le qualità di sperimentazione e di intransigenza del design e dell'artigianato e la costante esplorazione di nuovi modi di declinare i materiali: caratteristiche essenziali da preservare e salvaguardare per garantire il continuo rinnovarsi della disciplina.”

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Il Chiostro è come sempre un'oasi di pace nella zona di Brera, un quadrato di silenzio da cui ammirare il cielo e le antiche mura della chiesa che sovrastano questo incantevole cortile. Un luogo per ritagliarsi un momento di riflessione dunque, e non solo di intrattenimento, accompagnato da una musica a tratti ambient e a tratti più energica, composta solo dopo aver tratto ispirazione dagli oggetti in mostra.
A rinforzare questa sensazione di estrema quiete, il bellissimo allestimento della curatrice che, in collaborazione con Kvadrat, ha realizzato uno dei suoi sogni: allestire un divano lungo 170 metri. Grandi cuscini gialli e grigi rivestono i muretti del chiosto, avviluppandosi sulle colonne e fornendo una zona di ristoro e ammirazione della mostra.

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La zona centrale è invece organizzata come un grande palcoscenico, uno stage sul quale i quindici oggetti risaltano sulle loro piattaforme in cemento. “Ho scelto designer che lavorano molto con i materiali”, racconta Ditte Hammerstrøm, “come per esempio Louise Campbell, ceramista che disegna anche molti prodotti industriali, ma che qui a Mindcraft ha portato un'installazione “haute-couture” in carta. E tutte le realizzazioni di questa esposizione sono dei progetti site-specific, pensati e realizzati appositamente per questo appuntamento milanese.”

Sono tre inoltre i ceramisti presenti nell'esposizione: Gitte Jurgensen con All is Flux, due superfici di verniciatura cotta senza l'argilla, Carl Emil Jacobsen con Half Pieces, una numerosa collezione di voluminosi oggetti in pietra cementata assieme a cenere vulcanica e Petra Dalström che, dopo aver dato forma all'opera Carbon Black, l'ha decorata con bruciature di candela; tre designer che mostrano altrettanti approcci completamente differenti allo stesso materiale.

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Davvero molto presente a Mindcraft18 è anche l'utilizzo di stoffe, fibre e tessuti. Uno dei pezzi più sbalorditivi è Black Matter di Anja Vang Kragh, una stilista e costumista a cui è stato chiesto di produrre un pezzo che potesse funzionare anche senza un corpo al suo interno, e così questo abito autoportante peloso, piumato, plasticato assume un'importanza spaziale davvero notevole.
Aurora Borealis, installazione di Iben Høj, diventa allo stesso modo un elemento di definizione dello spazio, ma di separazione,: una tenda semitrasparente di sottilissimi filamenti in lurex che interagisce con il vento e prende vita. Anche Cecilie Bendixen intreccia sottilissime fibre sintetiche fino a formare un grande disco bianco, Sun Disc, che è in grado all'interno di un ambiente, di migliorarne drasticamente la qualità del suono.
E persino la grande maschera e la manica in sottile fil di ferro di Katrine Borup, Knock them down with a feather, hanno preso forma da un meticoloso e lungo lavoro di intrecci e tessitura, fino a diventare la più leggera e delicata rivisitazione moderna di un'armatura. A Family, un'installazione di Kasper Kjeldgaard, esprime forse al meglio l'intento di questa mostra, con una serie di pendoli hackerati con diversi materiali, ma uno dei pezzi preferiti della curatrice Ditte è senza dubbio LMA (Lick my ass) – a chair, una sedia di Magnus Pettersen e Lea Hein che, lavorando con il cemento, hanno prodotto questo arredo ironico e allo stesso modo incredibilmente elegante che diventerà sicuramente la vera icona di Mindcraft18.