In occasione del suo cinquantesimo anniversario, Driade si affida al curatore e scrittore Gianluigi Ricuperati e al collettivo torinese Nucleo per un allunaggio spettacolare.

Presentata presso il Cinema Arti di Milano durante il Fuorisalone 2018, Driade Moon Mission è un’installazione extraterrestre, in cui quattro pezzi storici del catalogo dell’azienda - disegnati in origine da Philippe Starck, Naoto Fukasawa ed Enzo Mari - reinterpretati in versioni inedite stampate in 3D, arricchiscono un allestimento evocativo che si presta a narrazioni poetiche multimediali.

Abbiamo chiesto a Gianluigi Ricuperati di raccontarci da dove è nata l’idea.

Missione lunarepinterest
Driade

Come è avvenuto l'incontro tra voi e Driade? Avete già collaborato in passato?

È la prima volta che lavoriamo con l’azienda.

Driade Moon Mission è almeno tre cose insieme: un’installazione al Cinema Arti che dura per tutta la Milano Design Week, opera di Nucleo, vero e proprio sperimentatore di materiali estremi, dedicata all’idea di progettare mobili per la gravità zero; un film di Adriano Valerio, uno dei migliori nuovi registi italiani, ambientato nel 2068 in una veranda sulla luna (che è poi l’installazione al Cinema Arti); e infine un piccolo libro lunare, disegnato da Zak Kyes, grafico straordinario di Londra, che lavora quasi sempre con i musei.

È un progetto culturale ma è anche un modo di festeggiare i 50 anni di Driade.

Un allunaggio spettacolare e 4 arredi costruiti con la superficie delle Luna da vedere al FuoriSalonepinterest
Driade

Perché mettere in scena questa missione lunare un anno prima del cinquantesimo anniversario dell’allunaggio americano del 1969? Perché non avete aspettato l'anno prossimo?

Perché anche se l’allunaggio è del 1969, è stato il 1968 l’anno della grande preparazione, quello in cui si sono svolti più lanci. Quando c’è un anniversario è bene guardare avanti.

Da dove arriva l'idea di collegare il brand al tema dell'allunaggio? C’era un motivo particolare?

Insieme al nostro gruppo di lavoro ho acceso la miccia iniziale, chiamato le persone e generato le condizioni perché le idee migliori trovassero la luce.

Il progetto lunare nasce da un’intuizione di Piergiorgio Robino, da una nostra conversazione.

In fin dei conti curare significa aprire una conversazione (quasi) infinita. Il punto non sono tanto la Luna o Marte, quanto la possibilità di progettare mobili in condizioni di gravità zero, con una stampante 3D.

Un marchio come Driade, visionario per definizione, meritava una sfida sperimentale come questa per il suo cinquantesimo anniversario.

Un allunaggio spettacolare e 4 arredi costruiti con la superficie delle Luna da vedere al FuoriSalonepinterest
Driade

Studio Nucleo reinterpreta quattro classici Driade stampandoli in 3D utilizzando la regolite, un materiale presente in grandi quantità sulla superficie lunare (passato alla ribalta per le foto delle impronte lasciate dagli astronauti americani), ma anche su quella terrestre. Quali le sfide progettuali incontrate dal collettivo? I quattro arredi sono pezzi unici sviluppati solo per l'allestimento della Milano Design Week 2018 o sono effettivamente riproducibili e diventeranno quindi parte della collezione del brand?

Non sono soltanto belle scenografie: si tratta di mobili che potenzialmente potrebbero essere realizzati con una stampante 3d sul suolo lunare o marziano. Realizzarle è stato molto complesso perché la qualità scultorea estetica doveva essere speciale, e spesso con il 3D ci sono problemi in questo senso.

La regolite, insieme ad altre sabbie, è stata mandata in Germania dove è al lavoro il solo esemplare di stampante 3D utilizzabile allo scopo. Per adesso le opere di Nucleo resteranno come pezzi unici a Driade, ma tutta la ricerca fatta per riprogettare questi classici non andrà persa: spero fortemente che l’azienda mandi in produzione pezzi ispirati da questo progetto.

Un allunaggio spettacolare e 4 arredi costruiti con la superficie delle Luna da vedere al FuoriSalonepinterest
Driade

Il cortometraggio Moonage Daydream, scritto da te e diretto da Adriano Valerio, viene prodotto durante questi giorni di Fuorisalone. Quali i riferimenti concettuali e stilistici e le sfide narrative che vi siete dati? Il video è stato prodotto per un utilizzo meramente promozionale/commerciale o avevate in mente destinazioni più ‘alte’ come festival e rassegne cinematografiche?

In ognuno dei progetti ‘speciali’ che faccio con Institute for Production of Wonder [l’agenzia che Ricuperati ha fondato e con cui sviluppa progetti di ricerca e comunicazione per istituzioni pubbliche e private e aziende, ndr] inserisco un elemento narrativo e letterario, perché quella è la mia natura linguistica.

Con Institute for Production of Wonder noi non facciamo ‘storytelling’ per aziende: trattiamo i marchi come se fossero elementi mitici, e proviamo a tessere le nostre trame. Moonage Daydream quindi non è un ‘film sul design’, ma un film tout court.

Oltre all’ovvio omaggio a Bowie, ho immaginato una situazione insieme di noia e di tensione fisica, quasi erotica.

Cosa fanno due rappresentanti del genere umano su una veranda con vista universale? All’inizio volevo che ogni battuta fosse in una lingua diversa, poi abbiamo optato per una strada più coreografica, con un testo incrociato in italiano e inglese.

È un corto che uscirà a giugno, su canali digitali, e come tutto il resto si tratta di un’operazione collaborativa: le protagoniste bravissime, Elena Radonicich e Giannina Oteto, e il giovane talento Veronica Toppino, che ha disegnato abiti cosmonautici inattesi. Vorrei citare anche Barbara De Micheli e Maurizio Cilli, senza i quali non saremmo mai riusciti nel poco tempo a disposizione a costruire una installazione visitabile per il Fuorisalone 2018 e utilizzabile dalla troupe per girare il film.

www.driade.com

In apertura: STUDIO NUCLEO HA REINTERPRETATO QUATTRO CLASSICI DRIADE STAMPANDOLI IN 3D UTILIZZANDO LA REGOLITE, UN MATERIALE PRESENTE IN GRANDI QUANTITÀ SULLA SUPERFICIE LUNARE. FOTO COURTESY DRIADE