Lasvit, giovane brand ceco all’avanguardia per le tecniche di lavorazione del vetro, porta a Milano, per il Fuorisalone 2018, uno spettacolo unico in scena nell’antico Teatro Gerolamo in piazza Beccaria: Monster Cabaret è un racconto polifonico in cui si incrociano le vite di saltimbanchi, ballerine, giocolieri, personaggi mefistofelici e creature fantastiche, allo stesso tempo docili e feroci. Sono loro i protagonisti della nuova collezione Monsters, vasi ed oggetti in vetrodisegnati dai più noti designer contemporanei che hanno dato forma e volto ai propri ‘mostri’.
Ma perché proprio i mostri? Andando all’origine del termine latino monstrum si scopre il significato originario di ‘prodigio’, ‘cosa straordinaria’ che non obbedisce alle regole della Natura ma è espressione della volontà degli dèi. I mostri di Lasvit sono i ‘buoni demoni’ di cui parlava Platone, sono i nostri spiriti geniali e magici capaci di farci vedere il turbolento scorrere della vita con ironia. Il mostruoso, ovvero il non-bello, il non-comune, il non-perfetto è uno strumento potentissimo per dare libero sfogo alla creatività.
Al centro del Teatro Gerolamo - fondato nel 1868 per gli spettacoli dei burattini e restaurato nel 2017- si erge l’installazione The Independant di Maxim Velčovský, art director di Lasvit, un grande totem di schermi in cristallo che ‘dimostra’ le mostruosità della società attuale, dalle fake news ai grotteschi proclami di sedicenti politici, mentre sul palco, ad ogni ora, si svolge uno spettacolo di cabaret, forma di intrattenimento un tempo molto diffusa e amata nell’Europa Centrale, così da rievocare le suggestive e fumose atmosfere dei teatri di Praga, Berlino, Vienna, Budapest. E i mostri guardano lo spettacolo dal loggione…
In alto, all’ultimo piano del teatro, nascosto nell’oscurità, si raduna il branco dei design monsters giunti da tutto gli angoli del mondo per prendere parte alla Milano Design Week 2018. Ma chi sono questi mostri? E chi sono i loro creatori che hanno riplasmato il vetro boemo in forme bizzarre?
Alessandro Mendini è il demiurgo di Rombo 1 e Rombo 2 (foto sotto): grandi vasi di vetro colorato di diversa altezza, raffiguranti una buffa faccia robotica con occhi e orecchie.
I fratelli Campana hanno dato vita a Outer Space Monsters (foto sotto), mostri-astronauti atterrati sulla terra contraddistinti da una spessa epidermide geometrica.
Il Toyboy (foto sotto) di Fabio Novembre demonizza la figura del clown in un uomo vitruviano che diventa oggetto erotico di ‘mostruose proporzioni’.
I coloratissimi Bhsd (foto sotto) del designer olandese Maarten Baas sono la raffigurazione di autentiche creature fossili recentemente ritrovate in Olanda, sono un esercito di piccole creature primordiali bidimensionali dotate di denti aguzzi e grandi bocche.
Maxim Velčovský con Leftism (foto sotto) proporne un’interpretazione critica del comunismo sovietico rappresentando Lenin come presenza costante nella sua vita e rivelandoci come il politico russo fosse affetto da una malformazione ad entrambi gli arti (guarda caso!) sinistri.
La poesia di Nendo non tradisce nemmeno la mostruosità: Something Underneath (foto sotto) sono sottili lastre di vetro bianco e nero sotto le quali si nasconde qualcosa di misterioso ed informe ma vivo. Una cosa ci può essere di più terrificante dell’ignoto?
Molte altre creature vi attendono al Teatro Gerolamo: i mostri sono tra noi! N.b.: anche i mostri hanno un’anima.
