Durante il FuoriSalone quello da SuperStudio è un appuntamento fisso dal 2000, quando per la prima volta gli spazi di via Tortona 27 si aprirono per la prima volta ad architetti, designer e aziende d’arredo durante il Salone del Mobile. E il FuoriSalone2018 non fa eccezione.

Negli anni è cambiato il contesto, con una Zona Tortona che è passata dall’essere uno dei primi “distretti” del FuoriSalone al presentarsi quest’anno come una realtà più frammentata, ma che forse proprio per questo punta tutto sulla qualità dei singoli eventi piuttosto che su quella di una “zona”.

E uno di questi è proprio il Superdesign Show 2018 di Superstudio, che si propone come contenitore indipendente di un manifesto programmatico messo a punto da Gisella Borioli, CEO di Superstudio, quest’anno dedicato al tema Only the Best.

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Giuseppe Malcangi

“Credo che quello che conta a Milano siano i buoni progetti, dovunque essi siano collocati, e non più i Design District se non come fattore geografico. Per questo SuperStudio, che di tutto il movimento delle “zone” è stato iniziatore, si presenta come “indipendente” ( come in realtà è sempre stato). E si augura, non da solo, che per i visitatori il filo conduttore di Milano Capitale del Design sia la qualità, l’innovazione e lo spessore dei designer, e non questo o quel quartiere” ci spiega lei.

Superstudio diventa così una “zona nella zona” con la grande personale di Nendo, il progetto di Kengo Kuma per Dassault Systèmes, la mostra Smart City (che sarà visitabile fino a metà maggio a SuperStudio Più)e il Superloft, la casa che tutti vorremmo avere curata da Giulio Cappellini, che nel 2000 inaugurò lo spazio espositivo di via Tortonaportando una selezione di giovani architetti e designer che di lì a breve sarebbero diventati vere e proprie star.

Il Superloft è un’abitazione immaginaria ma reale, all’interno della quale Cappellini ha riunito alcuni pezzi iconici del design contemporaneo raccontando la sua visione degli spazi: dalla zona giorno allo spazio dedicato al benessere, passando ovviamente per la cucina e le camere da letto, fino ai bagni.

Un ambiente pensato per “una persona cosmopolita, che ama il design e l’arte, la tecnologia e l'artigianato e si fa contaminare da culture diverse personalizzando al massimo la propria abitazione” ci racconta lo stesso Giulio Cappellini.

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Il Superloft vuole essere una casa internazionale, che “potrebbe stare a Parigi, così come a New York, Berlino o Shanghai”. Quanta Italia c’è in questa internazionalità?

L'Italia è presente con la qualità dei manufatti, sia industriali che artigianali, che rispecchiano appieno la continua ricerca di nuove texture, palette colori e finiture tipica dei prodotti fatti in Italia. Qualità e ricerca che ci rendono vincenti nella competizione internazionale.

C’è un modo di abitare che rende la casa italiana diversa da tutte le altre?

La casa italiana si differenzia per la cura dei dettagli, dai mobili ai complementi d’arredo: è uno spazio caldo ed accogliente, spesso anche con forti contrasti tra atmosfere di ieri e di oggi, e rispecchia cultura e tradizione di chi la abita.

Cos’è la casa per te, oggi?

Un luogo dove rifugiarsi, dove vivere in intimità con la propria famiglia o ricevere gli amici in modo informale. La casa è l'elemento che meglio ci rappresenta e con il Superloft ho cercato di raccontarmi al meglio, tra identità e contraddizioni.

E il design?

Il design oggi deve dare risposte concrete ai reali bisogni dell’utente, creando oggetti funzionali e belli. Oggetti che non solo assolvono a delle funzioni ma diventano elementi fondamentali del nostro modo di vivere ed abitare. Oggi il design deve essere consapevole e non solo un gesto edonistico del designer.

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Il tuo grande contributo al mondo del design è stato anche quello del talent scout: ci dici qualche nome da tenere d’occhio quest’anno al Salone del Mobile?

C'è una nuova promettente generazione di giovani designer, sia italiani che internazionali. Alcuni già pienamente alla ribalta come i Formafantasma o Lanzavecchia + Wai, altri ancora da scoprire come Alberto Brogliato e Federico Traverso (fondatori dello studio BrogliatoTraverso ndr). Giovani che stanno progettando con un segno molto libero e con grande professionalità.

E gli eventi del FuoriSalone che ti sei già segnato in agenda?

Il Fuorisalone è decisamente l'osservatorio più interessante al mondo per scoprire le nuove tendenze. Quest'anno ho dedicato molte energie a SuperStudio dove vedremo molte trasversali interpretazioni del design. Sicuramente, tra mille impegni ed eventi, cercherò di non perdere quelli che ritengo abbiano la maggior carica di innovazione.

Questo è il tuo Salone del Mobile numero…?

Il mio primo Salone del Mobile è stato nel 1978...e quindi celebro 40 anni di presenza a questo eccezionale evento che coinvolge tutta la città. Sicuramente ciò che mi è rimasto dall'inizio e continua ancora oggi è la voglia di confrontarsi e cercare di fare sempre meglio.

Insomma un esame da passare tutti gli anni…

Cosa (e come) può imparare un giovane designer in visita al Salone?

Un giovane designer in visita alla Design Week deve cercare di capire cosa c’è dietro una bella presentazione o un bel prodotto. Mesi e spesso anni di sperimentazione e prototipazione, grande impegno da parte di progettisti ed aziende e non improvvisazione. Difesa estrema della qualità. Decine di migliaia di addetti hanno lavoro grazie al successo dei prodotti presentati. La Milano Design Week è insomma il motore dell'industria e dell'artigianato.

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Carlotta Marelli

Managing Editor di elledecor.it, ho trasformato la mia laurea in architettura al Politecnico di Milano in una lente per guardare (e raccontare) il mondo. Con una particolare attenzione per chi progetta gli spazi e gli oggetti che diamo per scontati: dalle porzioni di città meno note alle scenografie di un film, fino ai pezzi di design che fanno da sfondo ai post che scorrono nei nostri feed Instagram.  Su Instagram posto ricordi come @carlotta_marelli e spazi esageratamente decorati come @bye_minimalism.