Marcel Wanders è sempre attivo su più fronti e progetti, da Occidente a Oriente, ma in questo momento, come tutti i suoi colleghi, si sta preparando al Salone del Mobile di Milano.

Nonostante abbia appena annunciato un complesso residenziale a Panama e stia lavorando a un eccezionale progetto per il Middle East, una Moschea del XXI secolo, il Salone del Mobile 2018 è alle porte e tutta la sua (e nostra) attenzione in questo momento è su Milano, dove il designer Marcel Wanders è in arrivo con una ricca varietà di nuove proposte, partner ed eventi: tra cui, prima di tutto, il concept rivoluzionario per Moooi “Through the Eyes of…”, e un “Museo di Animali Estinti”.

Abbiamo incontrato il designer olandese a Milano durante una sua recente visita di lavoro, per un giro di ricognizione e aggiornamento a proposito di nuovi e futuri progetti e per rubargli qualche anteprima Salone 2018.

Marcel, hai appena annunciato un grosso progetto residenziale per Panama.

Ero lì proprio qualche settimana fa. È un progetto incredibile. Lo stiamo portando avanti con Yoo, una compagnia di sviluppo residenziale e di hotel di Londra che lavora per l’interior design anche con Philippe Starck e altri nomi. Insieme abbiamo studiato un edificio eccezionale, una torre molto alta, in una città così eccitante. Sono fortemente ispirato dalla atmosfera locale di Panama e dalla natura: sarà sorprendente. E abbiamo già venduto un buon numero di appartamenti, già più di quanto ci si aspettasse, così sembra stia andando tutto molto bene.

Quando sarà pronto?

Credo tra due anni.

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Qual è la tua idea di casa?

Se me l’avessi chiesto 20 anni fa, avrei risposto: “Vogliamo che le case sia personali, davvero l’espressione di noi stessi”. Ma ora vedo che la casa è sempre e sempre di più un luogo dove ci facciamo degli amici e costruiamo una comunità: la casa oggi è più per gli amici e così le aree comuni diventano più grandi. In Hyde Panama abbiamo fatto una lobby davvero carina, poi abbiamo la piscina, la palestra, il cinema, tutte quei servizi che normalmente non hai a casa. Vedo davvero un forte cambiamento nell’abitare del futuro.

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Cosa ti auguri?

Vorrei creare un mondo con oggetti e ambienti che sono umani, più romantici e meno sterili. Sento che stiamo uscendo da un lungo periodo di minimalismo e razionalismo. Come essere umani, noi non siamo così razionali come pensiamo. La nostra più grande qualità è che siamo umani, davvero umani: se la nostra più grande qualità fosse la razionalità, vorrebbe dire perdere la nostra anima… L’unica strada davanti a noi secondo me è essere sinceramente umani, e non puramente razionali. Lasciare libero il nostro spirito creativo, la nostra anima, e questo è la mia principale ispirazione e la spinta: Chi vogliamo essere, come vogliamo vivere insieme.

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Ti distingui per il tuo spirito audace, si dice che Audace potrebbe essere il tuo secondo nome!

Cerco di vivere e lavorare… intendo, amo prendermi dei rischi, non amo una vita troppo facile, e voglio anche essere molto diretto e chiaro; voglio dire quello che sento, ed esprimere quello che penso sia giusto, anche se poi posso sbagliarmi. Voglio vivere nel momento, ed essere sicuro di seguire il mio cuore, questo penso sia davvero importante per come sono e anche per quello che portiamo avanti come studio.

E il tuo coraggio ed esuberanza sono molto evidenti in tutto quello che tocchi. Il New York Times ti ha soprannominato “Lady Gaga del Design”.

Ho una lunga lista di come la gente mi chiama: “Il Principe del Design”, “Beethoven del Design”, il Principe Olandese… e potrei andare ancora vanti… e così anche “Lady Gaga del Design”! E mi va bene. Penso che sia un personaggio straordinario, che ha innovato la scena musicale, rispettata da così tanta gente, sa essere sorprendente, un’artista formidabile. Ma se mi chiedi cosa esattamente significhi, non lo so! Come dicevo, mi chiamano in così tanti modi, ma io cerco solo di fare le cose a modo mio. Il paragone con Lady Gaga va bene ed è divertente, è una grande innovatrice e io voglio essere un innovatore.

Torniamo ora ai tuoi nuovi progetti. A cosa stai lavorando, seguendo appunto l’innovazione che hai nel sangue?

Stiamo portando avanti così tanti progetti, e la maggior parte sarà svelata a Milano al Salone del Mobile e ovviamente, come tu immagini, tutto è ancora segreto!

Marcel no! Andiamo, anticipaci qualcosa!

Qualche piccola anteprima… Presenteremo un progetto fantastico con Moooi (marchio del quale Marcel è co-fondatore e Direttore Artistico, ndr), saremo come sempre in via Savona 56 ma questa volta ci mostreremo in un modo davvero diverso. Diciamo, attraverso gli occhi degli altri, e penso che questa è una nuova idea molto interessante per il brand, e a parte avremo anche un’altra presentazione, apriremo un piccolo museo, di animali estinti...

Che curioso! Ci puoi dire qualcosa di più?

È sempre parte di Moooi, e sono molto felice di tornare a presentare Milano. È un concept di Museo di Animali Estinti… Vi sorprenderemo!

E cos’altro porterai alla Milano Design Week?

Sarà presente con altri vari marchi e aziende. Lanceremo nuovi arredi per la collezione “Objets Nomades” di Louis Vuitton (foto sotto). E poi Alessi, Laufen, Roche Bobois, Vondom… e un nuovo progetto con Natuzzi.

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Con Natuzzi se non sbaglio sei alla prima collaborazione. Di cosa si tratta?

Sì, esatto. Abbiamo creato due collezioni, “Agronomist” e “Oceanographer”, ispirate dalla Puglia, terra di Natuzzi. E come tu dicevi, è la prima volta che collaboro con loro: è davvero un onore e anche nostra responsabilità portare nel design gli elementi e l’atmosfera della Puglia. Ritengo che riuscire a incorporare in un progetto la cultura locale e la bellezza naturale di una regione, possa conferire ai prodotti il senso di luogo.

Tu e Milano e il Salone del Mobile. A quando risale la vostra relazione?

Partecipo e presento al Salone del Mobile dal 1996, sono quindi 22 anni, ma venivo già prima, dal 1988. La prima volta è stata con la Knotted Chair con Droog Design. Il Salone del Mobile è anche una marea di festa e amici, come per il Nuovo Anno, noi ci facciamo buoni propositi e in un certo senso festeggiamo con fiumi di champagne come se fosse la fine dell’anno! Io lo sento così.

Ho sentito che hai vissuto per un anno a Milano, è una voce vera?

Sì, vero. È stato nel 2016.

Ti sei trasferito per lavoro?

A dire il vero non avevo un motivo: per alcuni anni di seguito ho provato a vivere in diverse città del mondo, così per divertimento. Sono stato a San Francisco per un anno, nel 2017 ero a Budapest, e l’anno prima appunto Milano. Penso che sia ottimo vivere e provare luoghi differenti del mondo. Ora sono tornato di base ad Amsterdam ma potrei andare da qualche altre parte.

E come è stato a Milano?

Milano è incredibile! È davvero una città "cool" e penso che l’energia che ha oggi sia davvero fantastica. Ho passato un anno meraviglioso. Penso che Milano goda di ottima salute, assolutamente.

A imm Cologne sei appena stato premiato come “Designer del 2018” per il tuo percorso di lavoro. La giuria ha detto: “Ha sempre saputo che il design ha bisogno di sensualità, opulenza, divertimento e intrattenimento”.

Prima di tutto, lasciamelo dire, sono molto contento che, dopo così tanto tanto, quasi 30 anni di lavoro, sia arrivato questo riconoscimento dalla Germania: siamo vicini di casa, ma insomma, il design tedesco e il mio design in realtà non sono vicini. Così, alla fine, per me ricevere questo premio dalla Germania è qualcosa di spettacolare. Il perché di quelle quattro parole poi devi chiederlo a loro…! Non è che non sono d’accordo, ma forse non userei proprio quelle quattro parole per descrivere il mio lavoro, ma rispetto la giuria naturalmente.

Marcel, sensualità però può davvero essere una parola chiave nel tuo lavoro.

C’è fisicità nel mio lavoro, non uso la geometria per la sua falsità. Uso la forma, perché racconta una storia, racconta qualcosa che io spero sia importante per noi. Così, una parte del mio lavoro ha l’interesse nell’essere di fatto la materializzazione di qualcosa di reale, qualcosa di umano come dicevamo prima, e così ha in sé un po’ di calore, a volte è sexy. C’è questo tipo d’idea nel mio lavoro, e alcune volte è molto rilevante, e penso che è per questo che le persone danno questa definizione.

Un sogno nel cassetto, un progetto che ancora non sei riuscito a realizzare?

Sto lavorando a un progetto da 6 anni, e di sicuro ne durerà ancora altri 2. Ho decido che vorrei creare un nuovo linguaggio contemporaneo per il Middle East. Hanno il loro linguaggio, il loro design geometrico, come sappiamo, e nel corso degli anni hanno realizzato opere spettacolari che oggi noi non sappiamo davvero ripetere. È buffo come noi in Occidente pensiamo di essere così meravigliosi. Penso che l’arte islamica sia così bella, e voglio vedere come io potrei portarla a un passo successivo in un modo innovativo e contemporaneo, usando il computational design.

Cosa intendi?

Sto sviluppando a questo scopo un paio di software, che mi porteranno, se tutto va bene, a disegnare una Moschea: questo è quello che voglio fare. Sto parlando di questo da 6 anni e, per coincidenza o forse no, due mesi fa ho finalmente ricevuto una richiesta dal Middle East di fare per loro una Moschea. Sono molto contento, e finalmente questa idea inizierà ad essere concretamente sviluppata. Questo è un sogno che non è ancora diventato realtà, ma il primo passo è stato fatto, sarà un cammino lungo, ma ce la faremo.

Congratulazioni Marcel, si prospetta una bellissima avventura. E a proposito di Middle East, lo scorso dicembre hai inaugurato a Doha il Mondrian Hotel.

È fantastico lavorare lì. Tutto è iniziato 10 anni fa, quando sono stato invitato dallo Sceicco del Kuwait Majed al Sabah a disegnare un negozio nel Bahrain: abbiamo guidato attraverso il Paese per qualche giorno, e dopo ho ricevuto l’incarico per l’Hotel Mondrian a Doha. Ci è voluto un po’ di tempo per completarlo e nel frattempo mi sono innamorato di quella cultura e gente. È un mondo sorprendente, che merita tutto il nostro rispetto. Ho relazioni amichevoli con loro, fondate sul rispetto reciproco. Farò qualcosa di assolutamente unico! Ho visto qualche Moschea realizzata da noi dell’Occidente, ma sono secondo il tipico design e modo di pensare occidentali. Vorrei invece fare qualcosa che rispetti il loro linguaggio, fatto per loro, ma in un modo contemporaneo.

Così Marcel dopo San Francisco e Milano, dovresti allora andare a vivere lì!

OK, lo farò!