I mobili di cemento sono contemporanei? O sono solo il sogno sbiadito e nostalgico di chi ancora insegue il brutalismo?

Giorgio La Corte è di Siracusa, Carlo Rodriquez di Messina, sono amici di famiglia fin da piccoli. Il primo è ingegnere, il secondo ha studiato economia.

Entrambi si trasferiscono a Roma, hanno lavori già avviati ciascuno nel proprio campo, ma 4 anni fa, a 30 anni, decidono di cambiare rotta e si mettono in società. L’obiettivo, o meglio il sogno? Fondare un marchio di design dedicato al cemento.

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Lo stand di Forma&Cemento in Fiera a Rho al Salone del Mobile 2018. È stato il debutto ufficiale sul mercato internazionale dell’azienda di Giorgio La Corte e Carlo Rodriquez

"Ero a Milano per andare a trovare un amico all’ospedale dopo un incidente, mentre ero in metropolitana ho guardato i conci della galleria. Sono ingegnere strutturista e da quel giorno ho iniziato a pensare: bellissima la texture del cemento, chissà se qualcuno è riuscito a fare dei mobili in cemento? Ne ho iniziato a parlare ad amici e Carlo ha colto il potenziale business”, racconta Giorgio La Corte, portavoce del duo, che ammette essere il più chiacchierone.

Giorgio e Carlo iniziano a indagare, a vedere cosa potesse offrire già il mercato di "cemento e design", ma nulla, “abbiamo trovato solo progetti dove il cemento era ancora e sempre una zavorra, per stabilizzare gli ombrelloni o le lampade, c’era molto poco. Così ci siamo seduti, foglio Excel alla mano abbiamo visto i costi di produzione etc.", ricorda Giorgio.

Era il 2011 e l’idea di fare davvero qualcosa di mai visto con il cemento seduce sempre di più, e sempre più concretamente i due amici.

“Io sono figlio di due architetti, avrei voluto fare il designer ma mi è stato proibito. Ma poi non ho resistito: la stessa settimana che è nata mia figlia mi sono licenziato per inseguire il mio sogno… e quella stessa settimana è arrivata la notizia che avevamo vinto un bando di 30 euro della regione, era destino! Sento ancora il peso sullo sterno e la responsabilità di quella decisione, se ci penso, ma dovevo farlo. Era un sogno che non potevo non inseguire! Continuavo ad accarezzare i pavimenti, i pilastri, le colonne, tutto quello che era in cemento… il tatto, la texture e la plasticità del materiale mi affascinano”, dice Giorgio.

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Dal sogno alla sua concretizzazione, dalle prime idee e chiacchiere al notaio. Nel 2014 Giorgio La Corte e Carlo Rodriquez fondano Forma&Cemento.

"Siamo partiti in un garage di 20 mq, andavamo dopo i rispettivi lavori a colare cemento", dice Carlo, che all’epoca si occupava della parte finanziaria di un’azienda di tutt’altra pasta.

Con il coinvolgimento di alcuni giovani designer amici, realizzano i primi prototipi e sperimentazioni per mobili e accessori per la casa in cemento, dallo sguardo leggero e linee di design. E pochi mesi dopo Carlo e Giorgio sono a Londra da Harrod’s a presentare lo sgabello Tadao in onore di Tadao Ando: "dai prototipo siamo arrivati a Tadao, nostro primo oggetto e penso quanto di più difficile abbiamo fatto ad oggi, perché è una forma veramente complicata, una seduta singola di 11 kg, resistentissima".

E si forma il team ufficiale: Giorgio cura l’aspetto tecnico della progettazione e realizzazione, Carlo è più per far quadrare i conti e nominano direttore creativo il designer di prodotto e interni Valerio Ciampicacigli, che a sua volta invita altri colleghi e nomi a studiare i diversi pezzi di una collezione di arredi in cemento.

Tavoli, sgabelli, accessori per la casa, da vasi a porta candele, da specchi da tavolo portagioie a vassoi e fermacarte, dai nomi spesso ispirati ad architetti e personaggi che hanno fatto un uso particolare di questo materiale, come Herzog (Herzog & de Meuron), Renzo (Piano)… Si gioca con gli abbinamenti e i contrasti, per esempio il cemento con il vetro soffiato a Venezia, cemento e briccola o cemento e metallo.

"Quello che volevamo fare era ribaltare il percepito del cemento, cioè da un materiale povero e pesante farlo diventare leggero, sia stilisticamente che fisicamente. Abbiamo quindi studiato i materiali, le forme, ed ecco così il nome Forma&Cemento, che vuole richiamare la filosofia dell’azienda: riuscire ad alleggerire il segno e il peso del cemento. Il nostro quartiere generale è uno stabilimento a Roma, ma non è un cementificio”, dice Giorgio.

Può il cemento essere leggero?

Il peso specifico è quello, ma si riduce al massimo lo spessore e l’immagine.

"L’ultima sfida che abbiamo provato a fare è un tavolo monolitico di 50 mm, dove non si vede un segno di giunzione, le gambe sono colate insieme al piano ed è spesso appunto solo 50 mm e pesa 90 kg", dice Carlo.

Tutto 100% Made in Italy e tutto personalizzabile al centimetro. "Siamo un po’ ortodossi, non so se sia una strategia vincente, ma non cerchiamo scorciatoie ma la massima qualità possibile, con lavorazione artigianale, ingegnerizzazione e ricerca sui materiali e sui colori. Rivestimenti per pavimenti o pareti dove misceliamo più colori insieme, non avremo mai una cementina uguale all’altra. Non possiamo competere con le industrie e le macchine di cemento in Vietnam per esempio, ma puntiamo sul valore spiccato dell’artigianalità, siamo l’unico brand che unisce design e cemento", dicono scambiandosi la parola a vicenda.

“Siamo sempre aperti a nuove sperimentazioni e a nuove collaborazioni, e anche i grossi nomi del design adesso iniziano a guardarci”, concludono all’unisono, scherzando “oggi abbiamo in 2 71 anni, così non sveliamo chi è il più vecchio di un pochino tra di noi!”.

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