Parte dall’oggi l’undicesima edizione del Triennale Design Museum, non un museo come tanti ma bensì un dispositivo di ricerca e sperimentazione continua che dalla sua nascita nel 2007 ha guadagnato più di 2 milioni di visitatori proprio grazie alla sua capacità di mutare e offrire risposte (ma anche domande) sempre differenti.

Quest’anno il museo del design di Milano sceglie di raccontare una pluralità di Storie, questo il titolo della nuova edizione (14 aprile 2018-20 gennaio 2019), attraverso 180 opere realizzate tra il 1902 e il 1998 esposte cronologicamente alla Triennale di Milano e divise in cinque periodi storici.

I curatori, Chiara Alessi, Maddalena Della Mura, Manolo de Giorgi, Vanni Pasca, Raimonda Riccini, raccolgono le icone intese come “oggetti selezionati dalla gente nel momento in cui diventano testimonianza di un’epoca” racconta Vanni Pasca.

Triennale Design Museum 2018pinterest
Gianluca di Ioia

Ma la storia non finisce qui. Per non cadere nell’autoreferenzialità ecco che ad ogni curatore viene regalata una stanza per raccontare il rapporto tra il design e altre discipline, per ibridare e arricchire, per contaminare e confrontare.

Il rapporto tra il design e la geografia (studiato da Manolo De Giorgi), il suo legame con la comunicazione (approfondito da Maddalena della Mura), con la tecnologia (di Raimonda Ricini), con l’economia (sempre di Manolo De Giorgi) e infine con il presente (come racconta Chiara Alessi).

Ed è proprio dal presente che inizia il percorso (allestimento di Calvi Brambilla, progetto grafico di Leonardo Sonnoli), da Pay per Design.

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Il Mercato del Contemporaneo, una città distopica fatta di neon e di vetrine che si ispira alla scenografia dell’opera Ascesa e caduta della città di Mahagonny di Bertold Brecht ma in fondo è molto più ottimista, è una strada di negozi ognuno dei quali legato ad una modalità di vendita, acquisto, distribuzione, finanziamento, personalizzazione del design.

Ecco allora la possibilità di sperimentare dal vivo l’open source, il custom made, ma anche il crowd funding, fare un’offerta a un’asta, fisica o virtuale, ricevere un regalo in promozione ma anche servirsi da un macchina, con affetto soprannominata “il mostro”, uno store automatizzato alto sei metri (costruito anche grazie alla Icam) che dispensa automaticamente oggetti di design progettati ad hoc per la mostra di design.

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Così dalla Triennale – che per quanto se ne dica è il museo del design a Milano – si esce con la sensazione di aver fatto un salto avanti e indietro nel tempo, arricchiti dal passato ma soprattuto incuriositi e affascinati dallo “slancio di cuore” di Chiara Alessi che ha il coraggio di esplorare il contemporaneo “che non si incentra più tanto sul cosa ma piuttosto sul come”.

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