È una mostra coraggiosa quella di Vitra allestita allo Spazio La Pelota durante la Milano Design Week 2018 con il titolo Typecasting. Perché non tutte le aziende osano mostrare non solo il meglio delle proprie collezioni, ma anche le edizioni fuori produzione, i prototipi mai realizzati e i progetti che non hanno avuto successo.

E anche perché con questa panoramica completa, composta da circa 200 oggetti attinti dai vastissimi archivi Vitra, il curatore della mostra e autore dell'allestimento espositivo Robert Stadler (foto sotto) pone ai visitatori una domanda volutamente provocatoria: "Qual è la funzione sociale dei mobili nella società di oggi?".

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Luca Privitera
Qui sopra: un ritratto di Robert Stadler, curatore della mostra di Vitra.

E la risposta cerca di darla con un nuovo sguardo su Vitra, presentandone la sua storia, l’attualità e il futuro, e offrendo una personale interpretazione del ruolo sociale dei mobili, in particolare delle sedie. Oltre alla loro chiara funzione più pratica, le sedie hanno da sempre assunto storicamente anche una funzione di rappresentanza per chi le utilizza; lo stile di una sedia meglio rappresenta la personalità di chi la sceglie.

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Luca Privitera

La mostra Typecasting di Vitra alla Pelota durante la Milano Design Week 2018 presenta e dispone i mobili come personalità dai caratteri differenti. A tal fine Stadler ha selezionato oggetti dell’attuale produzione e degli archivi, integrandoli da studi di design, e li ha raggruppati sulla base di specifiche caratteristiche in nove Communities.
Stadler osserva gli oggetti fuori dal contesto delle convenzionali categorie di mobili, date dalla destinazione d’uso o dall’epoca storica di appartenenza. Attribuisce invece un nome ai propri raggruppamenti in base agli stereotipi della quotidianità multimediale, tra cui gli Spartans, che puntano sulla semplicità, i dinamici e prestanti Athletes, i Beauty Contestants consapevoli della propria bellezza e i versatili Slashers.

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La mostra vuole così affrontare sul filo dell'ironia il tema del design, non più inteso soltanto come creazione di progetti industriali, ma anche come mezzo di auto-rappresentazione, di appartenenza a un gruppo e di differenziazione dagli altri. Il tutto mettendo in mostra i mobili come oggetti di scena sul palcoscenico della rappresentazione di sé. Così, ad esempio, Mesa Table di Zaha Hadid diventa l’Athlete e la MVS Chaise di Marten van Severen è nel gruppo Spartan, mentre la seduta Living Tower di Verner Panton trova la propria collocazione nel gruppo dei Communals.

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Questo ultimo gruppo, così come viene presentato da Vitra durante la design week milanese, rappresenta anche il punto focale dell’allestimento espositivo. Si tratta di tipologie di mobili progettate per destinazioni d’uso collettive. Il tema dell’abitare collettivo era già stato affrontato nel 2017 dal Vitra Design Museum con la mostra Together! The New Architecture of the Collective. E con la nuova tipologia del Communal Sofa, Vitra presenta sei studi di design, realizzati in collaborazione con Ronan ed Erwan Bouroullec, Konstantin Grcic, Edward Barber e Jay Osgerby, Robert Stadler e Commonplace Studio.

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Si tratta di divani che vanno oltre la classica forma, per esplorare nuovi modi di condividere gli spazi. Il modello Scala di Konstantin Grcic si ispira alle gradinate di una tribuna utilizzate per sedersi, mentre Lake dei fratelli Bouroullec è un grande divano con forma circolare che ricorda un piccolo stagno e una piscina. ###br

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