Grafica e design in Cina: un libro dello studio Lava
Dall’Agenzia Mobile alla Visual Identity della Design Week: i progetti grafici per la capitale cinese
Un occidentale a Pechino. Le radici dell’ agenzia creativa Lava sono europee: fondata nel 1990 da Hans Wolbers a Amsterdam, nel 2010 ha ricevuto uno dei massimi riconoscimenti del settore, il premio European Design Agency of the Year. Tra i suoi clienti il Moscow Design Museum, la Biennale di Istanbul, il Ministero degli Esteri olandese. Nel 2013, la decisione di aprire una sede a Pechino. E nei due anni che sono seguiti, questa scelta si è dimostrata vincente. Al punto che oggi lo studio Lava non solo si è integrato perfettamente nella città, ma è arrivato a influenzare in maniera determinante la sua immagine.
Uno dei primi progetti cinesi di Lava è stato la Mobile Design Agency, realizzata in occasione della Beijing Design Week 2013. L’idea era dimostrare con immediatezza come sia possibile lavorare ovunque e con chiunque si dimostri interessato alle nuove proposte. Il team di Lava ha acquistato un sanlunche (veicolo a tre ruote locale), si è armato di computer portatili e formulari bilingue e ha cominciato a percorrere le strade di Dashilar (quartiere tradizionale composto da vicoli e cortili), in cerca di clienti che volessero un nuovo logo per la propria attività (gratuitamente). Questo primo atto ha fin da subito dichiarato un legame con il tessuto più fitto e complesso della città, e una volontà di intervenire graficamente sulla sua identità.
Lo spunto iniziale si è sviluppato, rimanendo fedele ai principi degli esordi. Con la stesso stile immediato e trasversale, lo studio Lava ha firmato le guide e le visual identity delle ultime due edizioni della BJDW. Nel 2015, per rappresentare le diverse aree di Pechino comprese nel programma della Design Week, la grafica si è moltiplicata e si è lavorato sulle singole identità locali, riunite in un secondo momento per identificare la città nel suo insieme.
Ma non è finita. Tra i tanti progetti firmati da studio Lava nella città di Pechino e in Cina, uno dei più interessanti è Data Alley , una ricerca sui dati che meglio rappresentano l’area tradizionale di Baitasi e i suoi hutong. Il lavoro è stato sviluppato fino a diventare un’esposizione e una pubblicazione. «Prima di cominciare a fare qualcosa, pensiamo sia importante conoscere il posto in cui si interviene. E tutto comincia camminando in giro e raccogliendo informazioni», spiega lo studio Lava. In questo modo Baitasi, quartiere significativo coinvolto dalla BJDW per la prima volta quest’anno, è stato interpretato con una serie di infografiche particolarmente efficaci che indagano demografia, architettura, ristoranti, mezzi di trasporto e tanti altri aspetti della zona.
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