Il Salone del Mobile 2018 si è appena concluso ed è giunto il momento dei bilanci e consuntivi.

La Milano Design Week spegne le luci e ci saluta, ma come sempre, per fortuna, si tratta di un “arrivederci”. E mentre segniamo sull’agenda l’appuntamento con la prossima edizione (dal 9 al 14 aprile 2019), viene in mente una sola espressione: ancora di salvezza.

Una vera ancora di salvezza, la fiera di Milano dell’arredo e del design, che insieme a un’altra grande vetrina recente - il Vinitaly - ha puntellato le odierne e traballanti certezze nazionali con l’ottimismo dei numeri da record di cui andare davvero orgogliosi.

Il comunicato ufficiale parla di risultati decisamente positivi: la 57ma edizione del Salone del Mobile ha segnato una “grande affluenza e business in crescita” e si conferma appuntamento centrale, nevralgico, imprescindibile del panorama internazionale dell’arredo e del design.

Basta citare le cifre per comprendere la portata di questo successo: 1.841 espositori, di cui il 27% da 33 paesi, suddivisi tra Salone Internazionale del Mobile, Salone Internazionale del Complemento d’Arredo, EuroCucina e Salone Internazionale del Bagno. A questi si aggiungono i 650 designer under 35 del SaloneSatellite.

Ma sono i dati sull’affluenza a fare esultare: i padiglioni della fiera hanno segnato 434.509 presenze in 6 giorni, provenienti da 188 paesi. Ciò significa che rispetto all’edizione del 2016 c’è stato un incremento del 17%. Rispetto al 2017, l’affluenza è cresciuta del 26%.

Un vero e proprio trionfo che Claudio Luti, presidente del Salone del Mobile, commenta così: “siamo molto orgogliosi del successo della manifestazione e della qualità degli operatori venuti a questa edizione che ci hanno confermato che il Salone del Mobile è il punto di riferimento di tutto il mondo”.

La festa, però, non si è fermata ai padiglioni della Fiera di Milano e ha fatto segnare cifre memorabili anche al Fuorisalone 2018: 500 mila le persone che hanno invaso la città per partecipare ai 1367 eventi della Milano Design Week, mentre quasi 2 milioni i contatti del sito Fuorisalone.it, provenienti da 143 paesi.

Quanto ai distretti, se il successo di quelli storici come 5vie e Brera non sorprende, a farlo sono i 100 mila visitatori dei nuovi e discussi Ventura Projects: 45 mila per Ventura Future, 55 mila per Ventura Centrale.

Una vittoria italiana, quindi, ma anche e soprattutto di Milano, metropoli che ribadisce la sua ritrovata vocazione internazionale. Si stima che 38 milioni di euro siano entrati nelle casse degli albergatori, mentre 23mila imprese e 150mila addetti siano stati coinvolti dall’evento.

Un idillio, quello tra il Salone e Milano, culminato con la grande festa a Palazzo Marino e la consegna al sindaco di Milano Giuseppe Sala del “Premio del Presidente” per l’attenzione e la collaborazione prestata alla manifestazione. Durante la serata, tre aziende - CC-Tapis, Magis e Sanwara - si sono aggiudicate il premio Salone del Mobile.Milano Award, mentre Maurizio Riva di Riva 1920 ha vinto il Premio Speciale della Giuria.

E nel constatare il successo, non si può che sperare nel futuro. L'auspicio è quello di uno “slancio alla crescita delle nostre aziende, che sono pronte ad affrontare le sfide dei mercati con rinnovato vigore”, ha commentato Emanuele Orsini presidente di FederlegnoArredo e di Federlegno Arredo Eventi. Secondo lui si è trattato di "un'edizione straordinaria che premia gli sforzi delle imprese per promuovere il meglio del design italiano”.

I convitati di pietra? Un governo e una legislatura fermi al “via” mentre le imprese non vedono l’ora di correre.

Come ha scritto Giovanna Mancini sul Sole 24 Ore, “alla fiera di Rho sono venuti tutti: da Gentiloni a Tajani, da Salvini a Di Maio, da Martina a Richetti”.

"Tutte le forze politiche incontrate in questi giorni - ha precisato Orsini - hanno confermato vicinanza a un settore, quello della filiera legno-arredo, cruciale per la crescita del Paese, e hanno sottolineato la necessità di mettere in campo politiche industriali organiche ed efficaci, irrinunciabili per un pilastro del made in Italy che da solo vale il 5% del PIL (41,5 miliardi di euro di fatturato).

Insomma, come ha dichiarato Luti, il Salone ha fornito al paese “un momento unico, in cui impresa e cultura diventano modello virtuoso di un’Italia che funziona, dove sistema industriale e istituzioni procedono a passo sincrono in nome di un fine comune”.

“Italia che funziona”, espressione che - un po’ per speranza, un po’ per nostalgia, non può che farci sospirare e aspettare con ansia il prossimo Salone Internazionale del Mobile.

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Roberto Fiandaca

Roberto Fiandaca è un collaboratore freelance. Per Elledecor.it si occupa di news, di approfondimenti culturali e di progetti di riqualificazione urbanistica e architettonica che promuovano la sostenibilità sociale e ambientale. È nato a Palermo, si è laureato in giurisprudenza a Torino e oggi vive a Roma dove si divide tra giornalismo, scacchi, e sceneggiature per il cinema e la tv.